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historiae 81-100

Batavi,cum castris Bonnensibus propinquarent,praemisere qui Herennio Gallo mandata cohortium exponeret.Nullum sibi bellum adversus Romanos,pro quibus totiens bellassent;longa atque inrita militia fessis patriae atque otii cupidinem esse.Si nemo obsisteret,innoxium iter fore:sin arma occurrant,ferro viam inventuros.Cunc...tem legatum milites perpulerant,fortunam proelii experiretur.Tria milia legionariorum et tumultuariae Belgarum cohortes,simul paganorum lixarumque ignava sed procax ante periculum manus omnibus portis…rumpunt,ut Batavos numero impares circumfundant.Illi veteres militiae in cuneos congregantur,densi undique et frontem tergaque ac latus tuti;sic tenuem nostrorum aciem perfringunt,cedentibus Belgis pellitur legio,et vallum portasque trepidi petebant.Ibi plurimum cladis:cumulatae corporibus fossae,nec caede tantum et volneribus,sed ruina et suis plerique telis interi.re.Victores colonia Agrippinensium vitata,nihil cetero in itinere hostile ausi,Bonnense proelium excusabant,tamquam petita pace,postquam negabatur,sibimet ipsi consuluissent.
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I Batavi,avvicinandosi alla base militare di Bonna,mandarono avanti alcuni ad esporre le richieste dei soldati a Herennus Gallus.Nessun guerra contro i Romani da parte loro,per i quali tante volte avevano combattuto;fiaccati dal lungo e inutile servizio militare avevano desiderio della patria e di vacanza.Se nessuno li contrastava,il passaggio sarebbe stato indolore,se comparivano le armi,si sarebbero aperti la via col ferro.Esitante il generale,i soldati spinsero a tentare la sorte di uno scontro.Tre mila legionari e reparti affastellati di Belgi,insieme a un drappello di civili e di servi,imbelli ma sfrontati di fronte al pericolo,si slanciano fuori da tutte le porte in modo da circondare i Batavi impari di numero.Quelli anziani di milizia si raggruppano in cunei,fitti da ogni parte e protetti di fronte alle spalle e sui lati,così spezzano l’esile schieramento dei nostri,la legione è pressata dai Belgi in fuga,e tremanti si volsero verso la trincea e le porte.Lì moltissime le vittime,i fossati pieni di corpi,né solamente per i colpi e le ferite,ma i più perirono a causa delle cadute e delle proprie armi .I vincitori evitata la colonia di Agrippina,non osando nient’altro di ostile nel percorso,si giustificavano per la battaglia di Bonna in quanto chiesta la pace,poichè gli veniva negata,avevano pensato alla propria salvezza.

Civilis adventu veteranarum cohortium iusti iam exercitus ductor,sed consiliis ambiguus et vim Romanam reputans,cunctos qui aderant in verba Vespasiani adigit mittitque legatos ad duas legiones,quae priore acie pulsae in Vetera castra concesserant,ut idem sacramentum acciperent.redditur responsum;neque proditoris neque hostium se consiliis uti;esse sibi Vitellium principem,pro quo fidem et arma usque ad supremum spiritum retenturos:proinde perfuga Batavus arbitrium rerum Romanarum ne ageret,sed meritas sceleris poenas exspectaret.Quae ubi relata Civili,incensus ira universam Batavorum gentem in arma rapit;iunguntur Bructeri Tencterique et excita nuntiis Germania ad praedam famamque.
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Civilis con l’arrivo dei reparti di veterani ormai condottiero di un esercito vero,ma ambiguo nel consigliare e consapevole della forza dei Romani,fa giurare per Vespasianus tutti quelli che aveva radunato e manda dei messaggeri alle due legioni che vinte nella precedente battaglia si erano riparate nella base di Veterum,affinchè facessero lo stesso giuramento;la risposta fu che non seguivano i consigli di un traditore né dei nemici,che il proprio principe era Vitellius,per il quale sarebbero stati fedeli e in armi fino all’ultimo respiro;quindi , fuggiasco ,non si comportasse da arbitro della potenza romana ,ma si aspettasse la giusta pena per la cattiva azione.Come riportate queste parole a Civilis,infuriato chiamò in fretta e furia alle armi tutta la popolazione dei Batavi,si uniscono i Bructeri e i Tencteri e la Germania, eccitata dai messaggeri alla rapina e alla celebrità.

Adversus has concurrentis belli minas legati legionum Munius Lupercus et Numisius Rufus vallum murosque firmabant.Subversa longae pacis opera,haud procul castris in modum municipii exstructa,ne hostibus usui forent.Sed parum provisum,ut copiae in castra conveherentur:rapi permisere.Ita paucis diebus per licentiam absumpta sunt quae adversus necessitates in longum suffecissent.Civilis medium agmen cum robore Batavorum obtinens utramque Rheni ripam,quo truculentior visu foret,Germanorum catervis complet,adsultante per campos equite;simul naves in adversum amnem agebantur.Hinc veteranarum cohortium signa,inde depromptae silvis lucisque ferarum imagines,ut cuique genti inire proelium mos est,mixta belli civilis externique facie obstupefecerant obsessos.Et spem obpugnantium augebat amplitudo valli,quod duabus legionibus situm vix quinque milia armatorum………..tuebantur;sed lixarum multitudo turbata pace illuc congregata et bello ministra aderat.
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Contro le minacce della imminente guerra ,i generali delle legioni Munius Lupercus e Numisius Rufus,consolidavano il terrapieno e i muri.Rovinate le costruzioni della lunga pace,( la edificazione di un quartiere non lontano dall’accampamento),affinchè non se ne servissero i nemici.Ma poco si provvide a portare rifornimenti nell’accampamento,si permise che fossero sottratti.Così in pochi giorni per trascuratezza furono persi quei viveri che di fronte alle ristrettezze a lungo sarebbero bastati.
Civilis in azione al centro dello schieramento con la forza d’urto dei Batavi ,e,affinchè fosse più minaccioso a vedersi, riempie con schiere di Germani entrambe le rive del Rhenus,con la cavalleria in movimento per i campi.Intanto la flotta aveva risalito il fiume.Qui le insegne dei reparti dei veterani,li le immagini di bestie ricavate dai boschi e dalle foreste,come è l’abitudine di ciascun popolo di attaccare battaglia,con un aspetto misto di guerra civile e straniera,avevano stupefatto gli assediati. Aumentava la speranza degli assedianti l’ampiezza delle difese,che costruite per due legioni erano difese da appena cinque mila armati…..;ma c’era una folla di schiavi militari,lì rifugiatisi ,appena rotta la pace, e d’aiuto nella guerra.

Pars castrorum in collem leniter exsurgens,pars aequo adibatur.Quippe illis hibernis obsideri premique Germanias Augustus crediderat,neque umquam id malorum,ut obpugnatum ultro legiones nostras venirent;inde non loco neque munimentis labor additus;vis et arma satis placebant.Batavi Transrhenanique,quo discreta virtus manifestius spectaretur,sibi quaeque gens consistunt,eminus lacessentes,post ubi pleraque telorum turribus pinnsque moenium inrita haerebant et desuper saxis volnerabantur,clamore atque impetu invasere vallum,adpositis plerique scalis,alii per testudinem suorum;scandebantque iam quidam,cum gladiis et armorum incussu praecipitati sudibus et pilis obruuntur,praeferoces initio et rebus secundis nimii.Sed tum praedae cupidine adversa quoque tolerabant;machinas etiam,insolitum sibi,ausi.Nec ulla ipsis sollertia:perfugae captivique docebant struere materias in modum pontis,mox subiectis rotis propellere,ut alii superstantes tamquam ex aggere proelarientur,pars intus occulti muros subruent.sed excussa ballistis saxa stravere informe opus.Et crates vineasque parantibus adactae tormentis ardentes hastae,ultroque ipsi obpugnatores ignibus petebantur,donec desperata vi verterent consilium ad moras,haud ignari paucorum dierum inesse alimenta et multum imbellis turbae;simul ex inopia proditio et fluxa servitiorum fides ac fortuita belli sperabantur.
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Parte dell’accampamento posto in dolce declivio,parte si dispiegava sul piano.Certamente Augustus aveva creduto con quella base militare di controllare e di tenere in pugno le Germaniae,e giammai a questa disgrazia,ossia all’evenienza che proprio il nostro contingente sarebbe stato assediato, di consequenza nessuna aggiunta nè al luogo né alle difese;la guarnigione e le armi sembravano essere sufficienti.I Batavi e i Transrhenani,(perché con più evidenza risalti il valore personale ogni razza si raggruppa da sola),prima lanciavano da lontano,poi quando moltissimi proiettili s’infilzavano innocui sulle torri e sui pinnacoli delle mura e loro venivano feriti dai sassi da sopra,con grida e di slancio si buttarono sul terrapieno,quindi i più appoggiate le scale,alcuni sopra gli scudi dei commilitoni,e qualcuno ormai stava scavalcando ,quando ricacciati a forza dalle spade e dai colpi delle armi, furono dilaniati dalla palizzata e dai giavellotti,-all’inizio troppo temerari e esaltati dalla fortuna.Ma comunque per desiderio di bottino sopportavano le avversità,osando anche colle macchine d’assedio ,cosa insolita per loro.Nessuna capacità negli stessi,i fuggiaschi e i prigionieri insegnavano a assemblare le parti a mo’ di ponte,poi messe sotto delle ruote,lo spingevano,così che alcuni stando sopra combattevano come da un rialzo,altri nascosti dentro scalzavano i muri;
ma dei sassi lanciati dall’artiglieria stesero il macchinario non finito.
Aste infiammate lanciate da grandi balestre contro gli addetti ai reticolati e alle tettoie mobili,anzi gli stessi assalitori perirono nel fuoco,finchè ,disperando nella forza,si fermarono in attesa,non ignari che le razioni di cibo vi erano dentro per pochi giorni e che vi erano molti civili ;inoltre si sperava nel tradimento per fame , nella vacillante fedeltà degli schiavi e nei casi fortuiti della guerra.


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