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historiae 31-55

Laeta interim Othoni principia belli,motis ad imperium eius e Dalmatia Pannoniaque exercitibus.Fuere quattuor legiones,e quibus bina milia praemissa;ipsae modicis intervallis sequebantur,septima a Galba conscripta,veteranae undecima ac tertia decima et praecipui fama quartadecimani rebellione Britanniae compressa.Addiderat gloriam Nero eligendo ut potissimos,unde longa illis erga Neronem fides et erecta in Othonem studia.Sed quo plus virium ac roboris e fiducia tarditas inerat;agmen legionum alae cohortes et equitum vexilla cum legione prima,ac deforme insuper auxilium,duo milia gladiatorum,sed per civilia arma etiam severis ducibus usurpatum.His copiis rector additus Annius Gallus,cum Vestricio Spurinna ad occupandas Padi ripas praemissus,quoniam prima consiliorum frustra ceciderant,transgresso iam Alpes Caecina,quem sisti intra Gallias posse speraveratIpsum Othonem, comitabantur speculatorum lecta corpora cum ceteris praetoriis cohortibus,veterani e praetorio,classicorum ingens numerus;nec illi segne aut corruptum luxu iter,sed lorica ferrea usus est et ante signa pedes ire,horridus,incomptus famaeque dissimilis.
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Intanto felice per Otho l’inizio della guerra,passati sotto i suoi ordini gli eserciti dalla Dalmatia e dalla Pannonia.Furono quattro legioni,dalle quali duemila per ciascuna mandati avanti,le stesse seguivano a poca distanza,la settima formata da Galba,l’undicesima e la tredicesima veterane e i quattordicesimi notevoli per la gloria della domata rivolta della Britannia,-Nero aveva aggiunto onore indicandoli come i fortissimi,da qui la loro lunga fedeltà per Nero e la pronta adesione per Otho-.Ma quanto più numerosi e forti,dalla sicurezza era scaturita la lentezza.La cavalleria e gli alleati precedevano le truppe in marcia ;e dalla stessa Roma un aiuto non disprezzabile:cinque reparti del pretorio e truppe di cavalieri con la prima legione e in più duemila gladiatori,un aiuto disonorevole,ma anche da seri generali utilizzato nelle lotte civili.Il comandante aggiunto di queste forze Annius Gallus,spedito avanti con Vestricius Spurinna ad occupare le ripe del Padus,poiché le prime intenzioni erano cadute nel nulla in quanto Caecina,che lo stesso Otho aveva sperato di poter fermare in mezzo alle Gallie,aveva già superato le Alpes.Accompagnavano Otho corpi scelti di guardie del corpo, con i restanti reparti del pretorio e veterani del pretorio e un ingente numero di marinai.Nè il suo un viaggio lento o guastato dal lusso,ma utilizzò l’armatura metallica e come un soldato precedeva le bandiere,scapigliato,trasandato e differente dalla fama

Blandiebatur coeptis fortuna;possessa per mare et naves et maiore Italiae parte penitus usque ad initium maritimarum Alpium,quibus temptandis adgrediendaeque provinciae Narborensi Suedium Clementem,Antonium Novellum,Aemilium Pacensem duces dederat.Sed Pacensis per licentiam militum vinctus,Antonio Novello nulla auctoritas:Suedius Clemens ambitioso imperio regebat,ut adversus modestiam disciplinae corruptus,ita proeliorum avidus.Non Italia adiri nec loca sedesque patriae videbantur,tamquam externa litora et urbes hostium urere vastare rapere,eo atrocius,quod nihil usquam provisum adversum metus;pleni agri,apertae domus,occursantes domini iuxta coniuges et liberos securitate pacis et belli malo circumveniebantur;maritimas tum Alpes tenebat procurator Marius Maturus.Is concita gente,nec deest iuventus, arcere provinciae finibus Othonianos intendit,sed primo impetu caesi disiectique montani,ut quibus temere collectis,non castra,non ducem noscitantibus neque in victoria decus esset neque in fuga flagitium.
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A cose iniziate la fortuna arrideva;grazie al mare e alle navi posseduta la maggior parte dell’Italia saldamente fino all’inizio delle Alpes marittime,che da sondare ai generali Suedius Clemens,Antonius Novellus,Aemilius Pacensis aveva ordinato-e poi di assalire la provincia Narborensis.Ma Pacensis con le mani legato per l’indisciplina militare,Antonius Novellus senza potere,Suedius Clemens comandava in modo demagogico,quanto corrotto contro la coretta disciplina,tanto avido di combattimenti.Non sembravano percorrere l’Italia, né luoghi e sedi della patria,come se rapinassero,devastassero,bruciassero litorali esteri e città di nemici,tanto più atroce la cosa,in quanto in nessuna parte si era provveduto contro il pericolo,-abbondanti i campi,aperte le case,presentandosi incontro i proprietari con le mogli e i figli nella sicurezza della pace e dal flagello della guerra venivano circondati-;il procuratore Marius Maturus teneva allora le Alpes marittime.Egli radunata gente,non manca la gioventù,cercò di difendere i confini della provincia dagli Othoniani,ma al primo assalto uccisi e dispersi i montanari,come quelli a cui, riuniti frettolosamente,non capaci di distinguere né un comandante né un accampamento,non veniva addebitato onore in caso di vittoria,né disonore nella fuga.

Inritatus eo proelio Othonis miles vertit iras in municipium Albintimilium,quippe in acie nihil praedae,inopes agrestes et vilia arma,nec capi poterant,pernix genus et gnari locorum,sed calamitatibus insontium expleta avaritia.Auxit invidiam praeclaro exemplo femina Ligus,quae filio abdito,cum simul pecuniam occultari milites credidissent eoque per cruciatus interrogarent,ubi filium occuleret,uterum ostendens latere respondit,nec ullis deinde terroribus aut morte constantiam vocis egregiae mutavit.
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Il soldato di Otho irritato da questo combattimento rivolse la rabbia sul comune di Albintimilium,(poiché nessun bottino sul campo di battaglia,poveri i campagnoli e grezze le armi,né potevano essere presi,razza svelta e esperta dei luoghi)ma l’avidità soddisfatta colle disgrazie degli innocenti.Una femmina ligus con una famosissima lezione aumentò il rancore,che nascosto il figlio,poiché i soldati avevano creduto che avesse ugalmente nascosto i soldi e perciò l’interrogavano sotto tortura,dove nascondesse il figlio,mostrando il ventre rispose” nel fianco”,ne poi con nessuna minaccia o colla morte mutò la fermezza dell’egregia risposta.

Imminere provinciae Narborensi in verba Vitellii adactae classem Othonis trepidi nuntii Fabio Valenti attulere,aderant legati coloniarum auxilium orantes.Duas Tungrorum cohortes,quattuor equitum turmas,universam Trevirorum alam cum Iulio Classico praefecto misit e quibus pars in colonia Foroiulensi retenta,ne omnibus copiis in terrestre iter versis vacuo mari classis adceleraret.Duodecim equitum turmae et lecti e cohortibus adversus hostem iere,quibus adiuncta Ligurum cohors,vetus loci auxilium et quingenti Pannoni,nondum sub signis,nec mora proelio,sed acies ita instructa,ut pars classicorum mixtis paganis in colles mari propinquos exsurgeret,quantum inter colles ac litus aequi loci praetorianus miles expleret,in ipso mari ut adnexa classis et pugnae parata conversa et minaci fronte praetenderetur;Vitelliani,quibus minor peditum vis,in equite robur,Alpinos proximis iugis,cohortes densis ordinibus post equitem locant;Trevirorum turmae obtulere se hosti incaute,cum exciperet contra veteranus miles,simul a latere saxis urgeret apta ad iaciendum etiam paganorum manus,qui sparsi inter milites,strenui ignavique,in victoria idem audebant.Additus perculsis terror invecta in terga pugnantium classe,ita undique clausi,deletaeque omnes copiae forent ni victorem exercitum attinuisset obscurum noctis,obtentui fugientibus.
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Impauriti messaggi riferirono,erano presenti delegati delle colonie supplicanti aiuto,a Fabius Valerius che la flotta di Otho penetrava nella provincia narborensis ,affidatasi alla fazione di Vitellius.Mandò col prefetto Iulius Classicus due reparti di Tungri,quattro squadroni di cavalleria,tutta la cavalleria dei Treviri,parte della quale trattenuta nella colonia Foroiulensis,affinchè con tutte le forze impegnate nella marcia terrestre la flotta non si avvantaggiasse del mare sgombro.-Contro il nemico dodici squadroni di cavalieri e i migliori della fanteria othoniana marciarono ,ai quali aggiunto un reparto dei Liguri,antica protezione del luogo e cinquecento Pannoni,non ancora inquadrati;e non esitazione a combattere,ma lo schieramento disposto in modo tale che la parte dei marinai mescolata con i nativi si ergesse sui colli vicini al mare,tutta la piana tra i colli e la spiaggia riempisse il soldato pretoriano,sullo stesso mare la flotta, come appoggio ,girata e con aspetto minaccioso, veleggiasse pronta allo scontro;i Vitelliani,più deboli di fanteria,forti nella cavalleria, dislocano i montanari sulle cime vicine,la fanteria con fitte file dietro la cavalleria.Gli squadroni dei Treviri si esposero incautamente al nemico,poiché il soldato veterano lo assaliva di fronte,di fianco insolentiva anche,contemporaneamente, con i sassi l’addestrata al lancio mano dei nativi,che sparsi tra i soldati,coraggiosi e paurosi,nella vittoria al medesimo modo erano coraggiosi.Apportato terrore ai colpiti dalla flotta portatasi alle spalle dei combattenti,così chiusi ovunque,e tutte le truppe sarebbero state distrutte se l’oscurità della notte,riparo per i fuggiaschi, non avesse ostacolato l’esercito vincente.


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