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Pagina 47

historiae 31-55

Opperiebaur Otho nuntium pugnae nequaquam trepidus et consiliis certus.Maesta primum fama,dein profugi e proelio perditas res patefaciunt.Non exspectavit militum ardor vocem imperatoris;bonum haberet animum iubebant;superesse adhuc novas vires et ipsos extrema passuros ausurosque.Neque erat adulatio;ire in aciem,excitare partium fortunam furore quodam et instinctu flagrabant.Qui procul adstiterant,tendere manus,et proximi prensare genua,promptissimo Plotio Firmo.Is praetorii praefectus identidem orabat,ne fidissimum exercitum,ne optime meritos milites desereret:maiore animo tolerari adversa quam relinqui;fortes et strenuos etiam contra fortunam insistere spei,timidos et ignavos ad desperationem formidine properare.Quas inter voces ut flexerat voltum aut induraverat Otho,clamor et gemitus.Nec praetoriani tantum,proprius Othonis miles,sed praemissi e Moesia eandem obstinationem adventantis exercitus,legiones Aquileiam ingressas nuntiabant,ut nemo dubitet potuisse renovari bellum atrox lugubre incertum victis et victoribus
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Otho aspettava notizie sulla battaglia mai agitato e sicuro nei propositi.Dapprima non liete indiscrezioni,poi i fuggiaschi dalla battaglia rendono palese la sconfitta.L’ardore dei soldati non aspettò la voce dell’imperatore;invitavano ad essere ottimisti,rimanevano ancora forze nuove e loro stessi erano pronti a combattere e a resistere fino all’ultimo.E non era adulazione,ardevano di andare in battaglia,di risollevare le sorti del partito, con una sorta di furore e d’istinto.Coloro che stavano lontano stendevano le mani,e i più vicini gli stringevano le ginocchia,il più sollecito Plotius Firmus.Questo prefetto del pretorio con insistenza lo esortava di non abbandonare un esercito fedelissimo,dei soldati ottimamente battutitisi,le avversità andavano tollerate più che essere lasciate,i forti e i tenaci anche contro la sorte continuavano a contare nella speranza,i timorosi e gli indolenti correvano dalla paura alla disperazione.E come Otho tra queste voci aveva rasserenato o indurito il viso,grida e lamenti .Nè solamente i pretoriani,i soldati più fedeli a Otho,ma le stesse avanguardie della Moesia riferivano della stessa ostinazione da parte dell’esercito in arrivo,che le legioni entrate a Aquileia,cosicchè nessuno dubitava che avrebbe potuto riprendere la guerra,feroce,funesta incerta per vinti e vincitori.

Ipse aversus a consiliis belli<hunc>inquit<animum,hanc virtutem vestram ultra periculis obicere nimis grande vitae meae pretium puto.Quanto plus spei ostenditis,si vivere placeret,tanto pulchrior mors erit.Experti in vicem sumus ego ac fortuna.Nec tempus computaveritis:difficilius est temperare felicitati,qua te non putes diu usurum.Civile bellum a Vitellio coepit et ut de principatu certaremus armis,initium illic fuit:ne plus quam semel certemus,penes me exemplum erit;hinc Othonem posteritas aestimet.Fruetur Vitellius fratre coniuge liberis;mihi non ultione neque solaciis opus est.Alii diutius imperium tenuerint,nemo tam fortiter reliquerit.An ego tantum Romanae pubis,tot egregios exercitus sterni rursus et rei publicae eripi patiar?Eat hic mecum animus,tamquam perituri pro me fueritis,sed este superstites.Nec diu moremur,ego incolumitatem vestram,vos constantiam meam.Plura de extremis loqui pars ignaviae est.Praecipuum destinationis meae documentum habete,quod de nemine queror;nam incusare deos vel homines eius est,qui vivere velit>.
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Lui proprio, contrario ai propositi di guerra,disse<considero un valore troppo alto( dato) alla mia vita esporre ancora ai pericoli questa fermezza,questa vostra virtù.Quanto più speranza mostrate se(mi) piacesse vivere,tanto più bella sarà la morte.Io e la fortuna ci siamo reciprocamente collaudati.Nè dovreste soppesare il momento;è più difficile essere equilibrato nella felicità il godimento della quale tu sai non lungo .Vitellius iniziò la guerra civile e da lì fu l’inizio perché combattemmo con le armi per il primato:-non più di una volta combatteremo,io sarò da esempio;da ciò i posteri apprezzeranno Otho.-Si goda Vitellius il fratello,la moglie i figli,a me non servono ne vendetta né conforto.Alcuni potranno tenere più a lungo l’impero,nessuno lo lascierà con così coraggio.O io sopporterò di distruggere di nuovo e di sottrarre allo stato tanta gioventù romana,tante valorose armate?Siate solidali con me ,come se foste pronti a morire per me,ma dovete sopravvivere.Non ostacoliamo a lungo,io l’incolumità vostra,voi la mia fermezza.Fa parte della debolezza dilungarsi sulla morte.Avete una particolare prova della mia risoluzione,che non mi lamento di nessuno,infatti accusare gli dei o gli uomini è di chi vuole vivere.

Talia locutus,ut cuique aetas aut dignitas,comiter appellatos,irent propere neu remanendo iram victoris asperarent,iuvenes auctoritate,senes precibus movebat,placidus ore,intrepidus verbis,intempestivas suorum lacrimas coercens.Dari naves ac vehicula abeuntibus iubet;libellos epistulasque studio erga se aut in Vitellium contumeliis insignes abolet;pecunias distribuit parce nec ut periturus.Mox Salvium Cocceianum,fratris filium prima iuventa,trepidum et maerentem ultro solatus est laudando pietatem eius,castigando formidinem ,an Vitellium tam immitis animi fore, ut pro incolumi tota domo ne hanc quidem sibi gratiam redderet?Mereri se festinato exitu clementiam victoris;non enim ultima desperatione sed poscente proelium exercitu remisisse rei publicae novissimum casum.Satis sibi nominis,satis posteris suis nobilitatis quaesitum.Post Iulios Claudios Servios se primum in familiam novam imperium intulisse:proinde erecto animo capesseret vitam,neu patruum sibi Othonem fuisse aut oblivisceretur umquam aut nimium meminisset.
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Parlato così,rivoltosi affabilmente verso ognuno di loro secondo età e rango ,esortava i giovani con l’autorevolezza,gli anziani con le preghiere ad andare via in fretta per non inasprire,rimanendo,l’ira nei nemici,con viso rilasciato,parole fiere,frenando le inopportune lacrime dei suoi.Comanda di dare le navi e i veicoli ai partenti,distrugge gli scritti e le lettere singolari per dedizione verso lui o per gli insulti a Vitellius,da dei soldi con parsimonia e non come in punto di morte.Poi Salvius Cocceianus,figlio del fratello alla prima giovinezza,tremante e afflitto ,spontaneamente consolò lodando la sua devozione,rimproverando la paura e che Vitellius era di tanto crudele carattere che in cambio della incolumità di tutta la sua famiglia non gli restituisse il favore?Si meritava la clemenza del vincitore per la affrettata fine;non infatti nella estrema disperazione,ma con l’esercito ansioso di combattere, aveva evitato allo stato una nuovissima disgrazia .-Acquisita una sufficiente celebrità per sé,una sufficiente onorabilità per i propri discendentiDopo gli Iulius Claudius Servius, se stesso per primo aveva introdotto una nuova famiglia nell’impero,quindi a petto avanti affrontasse la vita, e nè mai dimenticasse che Otho era stato suo zio nè sempre lo ricordasse .


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