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Pagina 44

historiae 31-55

Et proelium quidem abruptis quae supererant navibus,fuga diremptum:Macer ad exitium poscebatur,iamque volneratum eminus lancea strictis gladiis invaserant,cum intercursu tribunorum centurionumque protegitur.Nec multo post Vestricius Spurinna iussu Othonis,relicto Placentiae modico praesidio,cum cohortibus subvenit.Dein Flavium Sabinum consulem designatum Otho rectorem copiis misit,quibus Macer praefuerat,laeto milite ad mutationem ducum et ducibus ob crebras seditiones tam infestam militiam aspernantibus.Invenio apud quosdam auctores,pavore belli seu fastidio utriusque principis,quorum flagitia ac dedecus apertiore in dies fama noscebantur,dubitasse exercitus,num posito certamine vel ipsi in medium consultarent,vel senatui permitterent legere imperatorem,atque eo duces Othonianos spatium ac moras suasisse,praecipua spe Paulini,quod vetustissimus consularium et militia clarus gloriam nomenque Britannicis expedionibus meruisset.
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E appunto la battaglia risolta con la fuga,squarciate le navi salvatesi;si chiedeva la morte di Macer e ferito da lontano con una lancia già lo avevano colle spade brandite assalito quando è difeso dalla interposizione dei tribuni e dei centurioni.Nè molto dopo arrivò con dei reparti Vestricius Spurinna su ordine di Otho,lasciato un piccolo presidio a Placentia..Quindi Otho mandò Flavius Sabinus console designato come comandante delle forze che aveva guidato Macer,contento il soldato per il cambiamento dei comandanti e disgustati ,a causa delle frequenti rivolte, i comandanti di una così ostile truppa .Trovo presso alcuni autori che,per la paura della guerra o per l’irritazione verso i due pretendenti,i cui peccati e vergogne venivano conosciute giorno per giorno più facilmente con più fondate notizie, gli eserciti fossero incerti se, posto termine alla guerra, o loro stessi decidessero pubblicamente,o permettessero al senato di eleggere l’imperatore e perciò i comandanti othoniani avessero consigliato una pausa e una sosta,con la speranza rivolta a Paulinus,poiché il più anziano degli ex consoli e famoso per il passato militare e si era meritato la gloria e la reputazione con le spedizioni britanniche.

Ego,ut concesserim apud paucos tacito voto quietem pro discordia,bonum et innocentem principem pro pessimis ac flagitiosissimis expetitum,ita neque Paulinum,qua prudentia fuit,sperasse corruptissimo saeculo tantam volgi moderationem reor,ut,qui pacem belli amore turbaverant,bellum pacis caritate deponerent,neque aut exercitus linguis moribusque dissonos in hunc consensum potuisse coalescere,aut legatos aut duces magna ex parte luxus egestatis scelerum sibi conscios nisi pollutum obstrictumque meritis suis principem passuros.Vetus ac iam pridem insita mortalibus potentiae cupido cum imperii magnitudine adolevit erupitque;nam rebus modicis aequalitas facile habebatur.
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Io,come potrei ammettere che dalla elite con tacita preghiera la quiete al posto della discordia,il bravo e innocente principe al posto dei cattivissimi e disonestissimi fosse agognato,così penso che né Paulinus,di una certa prudenza,avesse sperato, in tempi guastatissimi, una tale moderazione della truppa che coloro che avevano turbato la pace per amore della guerra,abbandonassero la guerra per il piacere della pace,né che o gli eserciti ,così differenti per lingue e abitudini, fossero potuti convenire a questo accordo,o che i delegati e i generali ,per gran parte, della dissolutezza,povertà,malefatte proprie consapevoli , avrebbero sopportato se non un principe lordato e legato ai loro servigi.-Antico e già da tempo insito nei mortali, il desiderio di primeggiare con la grandezza dell’impero si accrebbe e tracimò,infatti la eguaglianza si mantiene facilmente nelle piccole dimensioni .

Sed ubi subacto orbe et aemulis urbibus regibusve excisis securas opes concupiscere vacuum fuit,prima inter patres plebemque certamina exarsere:modo turbulenti tribuni,modo consules praevalidi,et in urbe ac foro temptamenta civilium bellorum;mox e plebe infima C.Marius et nobilium saevissimus Lucius Sulla victam armis libertatem in dominationem verterunt.Post quos Cn.Pompeius occultior,non melior,et numquam postea nisi de principatu quaesitum.Non discessere ab armis in Pharsalia ac Philippis civium legiones,nedum Othonis ac Vitellii exercitus sponte posituri bellum fuerint;eadem illos deum ira,eadem hominum rabies,eadem scelerum causae in discordiam egere.Quod singulis velut ictibus transacta sunt bella,ignavia principum factum est.Sed me veterum novorumque morum reputatio longius tulit:nunc ad rerum ordinem venio.
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Ma quando aggiogato il mondo e recise le città o i re avversari,si fu liberi di bramare il potere civile,le prime contese si accesero tra i senatori e la plebe:ora tribuni sediziosi,ora consoli molto potenti,e in città e al foro prove di guerre civili;-poi C.Marius della più bassa plebe e Lucius Sulla il più feroce dei nobili mutarono la libertà, vinta con le armi, in padronato.Dopo questi Cn.Pompeius più ipocrita,non migliore ,e mai dopo si lottò se non per il principato .Le legioni dei concittadini non scagliarono a terra le armi a Pharsalia e a Philippi,tanto meno gli eserciti di Otho e Vitellius spontaneamente avrebbero deposto le armi;la medesima ira degli dei,la medesima rabbia degli uomini,le medesime cause dei misfatti portavano quelli alla discordia.Che le guerre furono terminate quasi per singoli colpi,ciò avvenne per viltà dei principi.Ma la riflessione sulle vecchie e nuove usanze mi ha portato assai lontano;ora riprendo l’ordine di esposizione.

Profecto Brixellum Othone honor imperii penes Titianum fratrer,vis ac potestas penes Proculum praefectum;Celsus et Paulinus cum prudentia eorum nemo uteretur inani nomine ducum alienae culpae praetendebantur;tribuni centurionesque ambigui,quod spretis melioribus deterrimi valebant;miles alacer,qui tamen iussa ducum interpretari quam exsequi mallet.Promoveri ad quartum a Bedriaco castra placuit,adeo imperite,ut quamquam verno tempore anni et tot circum amnibus penuria aquae fatigarentur.Ibi de proelio dubitatum,Othone per litteras flagitante ut maturarent,militibus ut imperator pugnae adesset poscentibus;plerique copias trans Padum agentes acciri postulabant:Nec proinde diiudicari potest,quid optimum factu fuerit,quam pessimum fuisse quod factum est.
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Andato a Brixellus Otho,l’onore del comando a Titianus,la forza e l’autorità presso il prefetto Proculus;a Celsus e a Paulinus poiché nessuno si serviva della loro esperienza, con l’inutile grado di generali, venivano attribuite le colpe altrui,-i tribuni e i centurioni incerti,che disprezzati i migliori,i cattivissimi prevalevano-,il fante animoso,che tuttavia preferiva discutere gli ordini dei generali che eseguirli.Piacque spostare gli accampamenti al quarto miglio da Bedriacus,con tale imperizia che benchè nella stagione primaverile dell’anno e con tanti fiumi intorno, soffrirono per mancanza di acqua. Lì esitazione sul combattimento,insistendo Otho con lettere che si affrettassero,insistendo i soldati perchè l’imperatore fosse presente alla battaglia,la maggior parte chiedeva che si facessero venire le forze agenti oltre il Padus.Né infine si può valutare quale era il meglio da farsi ,quanto che sia stato pessimo quello che fu fatto


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