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historiae 81-100

Isdem diebus crebrescentem cladis Germanicae famam nequaquam maesta civitas excipiebat;caesos exercitus,capta legionum hiberna,descivisse Gallias non ut mala loquebantur.Id bellum quibus causis ortum,quando externarum sociarumque gentium motu flagraverit,altius expediam.Batavi,donec trans Rhenum agebant,pars Chattorum,seditione domestica pulsi extrema Gallicae orae vacua cultoribus simulque insulam iuxta sitam occupavere,quam mare Oceanus a fronte,Rhenus amnis tergum ac latera circumluit.Nec opibus rarum in societate validiorum adtritis viros tantum armaque imperio ministrant,diu Germanicis bellis exerciti,mox aucta per Britanniam gloria.transmissis illuc cohortibus,quas vetere instituto nobilissimi popularium regebant.Erat et domi delectus eques,praecipuo nandi studio,…arma equosque retinens integris turmis Rhenum perrumperet.
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Nei medesimi giorni la giammai avvilita cittadinanza apprendeva la notizia, via via crescente, della sconfitta in Germania;
non come mali si parlava della distruzione degli eserciti,della presa degli alloggiamenti invernali,della rivolta delle Galliae.Racconterò da assai lontano,quando questa guerra esplose con partecipazione di popolazioni amiche e forestiere e per quali motivi sorta.
I Batavi,finchè vivevano oltre il Rhenus,parte dei Chatti;spinti da contrasti interni occuparono le estremità della costa Gallica prive di abitanti stanziali e ugualmente l’isola subito vicina,che il mare Oceanus di fronte,il fiume Rhenus alle spalle a sui lati bagna intorno.Nè colpiti nei beni,cosa rara nella società con i più forti,fornivano solamente uomini e armi all’impero,a lungo allenati nelle guerre germaniche,poi aumentata la gloria nella campagna britannica,spostati lassù i reparti,che per tradizione i più nobili dei cittadini conducevano.C’era anche una leva locale di cavalieri,con speciale abilità nel nuoto,cosicchè senza perdere armi e cavalli con integri squadroni irrompevano attraverso il Rhenus.

Iulius Civilis et Claudius Paulus regia stirpe multo ceteros anteibant.Paulum Fonteius Capito falso rebellionis crimine interfecit;iniectae Civili catenae,missusque ad Neronem et a Galba absolutus sub Vitellio rursus discrimin adi.t,flagitante supplicium eius exercitu:inde causae irarum spesque ex malis nostris.Sed Civilis ultra quam barbaris solitum ingenio sollers et Sertorium se aut Annibalem ferens simili oris dehonestamento,ne ut hosti obviam iretur,si a populo Romano palam descivisset,Vespasiani amicitiam studiumque partium praetendit,missis sane ad eum Primi Antonii litteris,quibus avertere accita . Vitellio auxilia et tumultus Germanici specie retentare legiones iubebatur.Eadem Hordeonius Flaccus praesens monuerat,inclinato in Vespasianum animo et rei publicae cura,cui excidium adventabat,si redintegratum bellum et tot armatorum milia Italiam inrupissent.
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Iulius Civilis e Claudius Paulus di real nascita superavano di molto gli altri.Fonteius Capito colla falsa incriminazione di ribellione lo eliminò.Civile imprigionato e mandato a Nero e da Galba assolto, sotto Vitellius di nuovo corse pericolo,richiedendo l’esercito la sua condanna ;da qui i motivi di rancore e la speranza dalle disgrazie nostre.Ma Civilis scaltro più dei soliti barbari e per la imperfezione del viso presentandosi come Sertorius o Annibal,per non esporsi al nemico,se apertamente si fosse ribellato al popolo romano,mostrò amicizia per Vespasiano e favore al partito,-in verità spedite a lui delle lettere da Primus Antonius nelle quali gli si ordinava di sviare gli aiuti richiamati da Vitellius e di bloccare le legioni con il pretesto di disordini germanici-.Stessi consigli gli aveva dato il sovrintende Hordeonius Flaccus,favorevole a Vespasiano e nell’interesse dello stato,che sarebbe sprofondato nella rovina,se ripresa la guerra e se tante migliaia di armati avessero invasa l’Italia.

Igitur Civilis desciscendi certus,occultato interim altiore consilio,cetera ex eventu indicaturus,novae res hoc modo coepit.Iussu Vitellii Batavorum iuventus ad dilectum vocabatur,quem suapte natura gravem onerabant ministri avaritia ac luxu,senes aut invalidos conquirendo,quos pretio dimitterent;rursus impubes et forma conspicui et est plerisque procera pueritia ad stuprum trahebantur.Hinc invidia et compositae seditionis auctores perpulere,ut dilectum abnuerent.Civilis primores gentis et promptissimos volgi specie epularum sacrum in nemus vocatos,ubi nocte ac laetitia incaluisse videt,a laude gloriaque gentis orsus iniurias et raptus et cetera servitii mala enumerat;neque enim societatem,ut olim,sed tamquam mancipia haberi.Quando legatum,gravi quidem comitatu et superbo,cum imperio venire?tradi se praefectis centurionibusque;quos ubi spoliis et sanguine expleverint,mutari,exquirique novos sinus et varia praedandi vocabula.Instare dilectum,quo liberi a parentibus,fratres a fratribus velut supremum dividantur.Numquam magis adflictam rem Romanam nec aliud in hibernis quam praedam et senes:attollerent tantum oculos et inania legionum nomina ne pavescerent.At sibi robur peditum equitumque,consanguineos Germanos,Gallias idem cupientes.Ne Romanis quidem ingratum id bellum;cuius ambiguam fortunam Vespasiano imputaturos;victoriae rationem non reddi.
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Quindi Civilis deciso a ribellarsi,nascosta intanto la più profonda intenzione,tutte le altre disposto a palesarle a secondo del caso,iniziò in questo modo il nuovo corso.Per ordine di Vitellius la gioventù dei Batavi era chiamata alla leva,che, per sua natura gravosa,i funzionari appesantivano per avidità e dissolutezza,arruolando vecchi e inabili,che rimandavano a casa in cambio di una ricompensa;inoltre quelli giovani e con un bel corpo ,ed hanno la maggior parte dei giovani di alta statura,erano riservati a fini sessuali.Da qui il malcontento e da qui gli autori dei preparativi di rivolta spinsero per annullare la leva.Civilis ,convocati in un bosco sacro,col pretesto di un banchetto,i maggiorenti della nazione e i più coraggiosi della popolazione,quando vede che dall’allegria e dal buio erano stati eccitati,iniziando dalle lodi e dalla gloria della gente,enumera gli affronti e i furti e gli altri mali della schiavitù;e che non infatti un vincolo d’amicizia,come una volta,ma quasi un rapporto di servitù s’era venuto a formare.
Quando veniva il governatore con i pieni poteri, anche con una costosa compagnia e superba?Erano governati da funzionari e ufficiali,i quali quando s’erano saziati di bottino e di sangue,venivano trasferiti , e si cercavano nuove tasche e diversi pretesti per rubare.Incombeva la leva,colla quale si dividevano come nella morte i figli dai genitori,i fratelli dai fratelli.
Mai finora così abbattuta la potenza romana e null’altro nelle caserme che vecchi e bottino, sollevassero gli occhi solamente e non avessero paura dei nomi insignificanti di legioni.
Invece in loro stessi la forza di fanti e cavalieri,la parentela con i Germani,le Galliae desiderose delle stesse cose-Neanche ai Romani era sgradita questa guerra,la cui incerta sorte sarebbe stata addossata a Vespasianus


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