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Pagina 27

historiae 4-30

Otho interim contra spem omnium non deliciis neque desidia torpescere,dilatae voluptas,dissimulata luxuria et cuncta ad decorem imperii composita,eoque plus formidinis adferebant falsae virtutes et vitia reditura.Marium Celsum consulem designatum per speciem vinculorum saevitiae militum subtractum,acciri in Capitolium iubet;clementiae titulus e viro claro et partibus inviso petebatur;Celsus constanter servatae erga Galbam fidei crimen confessus,exemplum ultro imputavit.Nec Otho quasi ignosceret sed deos testes mutuae reconciliationis adhibens statim inter intimos amicos habuit et mox bello inter duces delegit,mansitque Celso velut fataliter etiam pro Othone fides integra et infelix;laeta primoribus civitatis,celebrata in volgus Celsi salus ne militibus quidem ingrata fuit,eandem virtutem admirantibus cui irascebantur.
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Otho,frattanto, contro le aspettative di tutti,represse le passioni,nascosta la lussuria e avendo un comportamento completamente consono a un principe,non illanguidiva nel piacere e nel torpore
E perciò tanto più timore creavano le false virtù e i vizi pronti a ripresentarsi.Ordina di far venire nel Capitolium Marius Celsus console designato sottratto alla cattiveria dei soldati con l’apparenza della prigione-si cercava un attestato di clemenza da un uomo famoso e malvisto dal partito-;Celsus esempio con costanza del reato di indefessa fede per Galba,anzi se ne atteggiò ..Otho non quasi che lo perdonasse,ma chiamando a testimoni gli dei della reciproca riconciliazione subito lo ebbe tra gli amici intimi e poi lo inserì tra i comandanti della guerra e rimase, quasi fatalmente,in Celso la fedetà integra e sfortunata anche per Otho,-la salvezza di Celso benaccolta dai benpensanti della città,festeggiata dalla popolazione neanche fu maldigerita dai militari ammiratori della medesima virtù che li faceva arrabbiare

Par inde exultatio disparibus causis consecuta impetrato Tigellini exitio.Ofonius Tigellinus obscuris parentibus,foeda pueritia,impudica senecta,praefecturam vigilum et praetorii et alia praemia virtutum,quia velocius erat vitiis adeptus,crudelitatem mox,deinde avaritiam,virilia scelera exercuit,corrupto ad omne facinus Nerone,quaedam ignaro ausus ac postremo eiusdem desertor ac proditor,unde non alium pertinacius ad poenam flagitaverunt,diverso adfectu quibus odium Neronis inerat et quibus desiderium,apud Galbam Titi Vini potentia defensus,praetexentis servatam ab eo filiam;haud dubie servaverat,non clementia,quippe tot interfectis,sed effugium in futurum,quia pessimus quisque diffidentia praesentium mutationem pavens adversus publicum odium privatam gratiam praeparat,unde nulla innocentiae cura,sed vices impunitatis.Eo infensior populus addita ad vetus Tigellini odium recenti Titi Vini invidia,concurrere ex tota urbe in Palatium ac fora et,ubi plurima volgi licentia in circum ac theatra effusi seditiosis vocibus strepere donec Tigellinus accepto apud Sinuessanas aquas supremae necessitatis nuntio inter stupra concubinarum et oscula et deformes moras sectis novacula faucibus infamem vitam foedavit etiam exitu sero et inhonesto.
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Inoltre uguale esultanza si ebbe per cause diverse a seguito della morte acclamata di Tigellinus.Ofonius Tigellinus di oscuri natali,giovane svergognato,vecchio laido,raggiunte grazie ai vizi,poiché era il metodo più veloce,la prefettura dei vigili e del pretorio ed gli altri premi della buona condotta;subito praticò la crudeltà poi la avidità,peccati maschili,con Nero complice di ogni scelleratezza,osando qualche iniziativa all’insaputa di lui e infine transfuga e traditore del medesimo;quindi nessun altro con più insistenza volevano al patibolo quelli che ,con diverso sentimento, avevano in odio o rimpiangevano Nero.Difeso presso Galba dall’influente Titus Vinius,riconoscente per avergli salvata la figlia;-senza dubbio l’aveva protetta,non per clemenza,poiché tanti i delitti,ma come cambiale per il futuro,poiché tutti i malvagi temendo per diffidenza della realtà presente,il cambiamento,cercano la benevolenza privata per scampare all’odio pubblico,quindi nessuna sollecitudine per l’innocenza,ma per la reciproca impunità-.Quindi più inferocito il popolino,aggiunta la recente impopolarità di Titus Vinius al vecchio odio per Tigellinus,corse da tutta Roma nel Palatium e nei fori e sparpagliatisi tra il circo e i teatri dove la libertà del popolo è sfrenata,strillarono insulti,finchè Tigellinus ricevuto nelle terme Sinuessane il messaggio delle superiori volontà, tra atteggiamenti sessuali con le amanti , baci e indecenti pause ,con la gola tagliata dal rasoio, la vergognosa vita insozzò, anche con una morte lenta e disonorevole.


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