Menu principale:

nerio235.it


Vai ai contenuti

Pagina 63

historiae 56-80

Postera die tamquam apud alterius civitatis senatum populumque magnificam orationem de semet ipso prompsit,industriam temperantiamque suam ladibus adtollens,consciis flagitiorum ipsis qui aderant omnique Italia,per quam somno et luxu pudendus incesserat.Volgus tamen vacuum curis et sine falsi verique discrimine solitas adulationes edoctum clamore et vocibus adstrepebat;abnuentique nomen Augusti expressere ut adsumeret,tam frustra quam recusaverat.
Apud civitatem cuncta interpretantem funesti ominis loco acceptum est,quod maximum pontificatum adeptus Vitellius de caerimoniis publicis XV kalendas Augustas edixisset,antiquitus infausto die Cremerensi Alliensique cladibus:adeo omnis humani divinique iuris expers,pari libertorum,amicorum socordia,velut inter temulentos agebat.
165
Il giorno dopo,come in presenza di un senato e di un popolo di un’altra comunità,pronunciò un magnifico discorso su sè stesso,esagerando sulla sua temperanza e operosità,consapevoli delle iniquità gli stessi che erano presenti e che aveva percorso tutta l’Italia ,svergognato,nel sonno e nel lusso.Tuttavia il popolino,senza senso dello stato e senza capacità di discernere il vero dal falso,accarezzato con le solite adulazioni assentiva con chiasso e grida,e su di lui ,riottoso,premettero perché assumesse il nome di Augusto, tante volte invano quante si defilò.Presso la società superstiziosa su tutto fu considerato di cattivo augurio che Vitellius conseguito il pontificato massimo avesse legiferato sulle cerimonie pubbliche il 18 Luglio,dai tempi antichi giorno infausto a causa delle sconfitte sul Cremera e sull’Allia;del tutto ignorante della legge umana e divina,si comportava con pari superficialità dei segretari,degli amici ,come tra ubriachi

Sed comitia consulum cum candidatis civiliter celebrans omnem infimae plebis rumorem in theatro ut spectator,in circo ut fautor adfectavit:quae grata sane et popularia,si a virtutibus profiscerentur,memoria vitae prioris indecora et vilia accipiebantur.Ventitabat in senatum,etiam cum parvis de rebus patres consulerentur.Ac forte Priscus Helvidius praetor designatus contra studium eius censuerat.Commotus primo Vitellius,non tamen ultra quam tribunos plebis in auxilium spretae potestatis advocavit;mox mitigantibus amicis,qui altiorem iracundiam eius verebantur,nihil novi accidisse respondit,quod duo senatores in re publica dissentirent;solitum se etiam Thraseae contra dicere.Inrisere plerique impudentiam aemulationis;aliis id ipsum placebat,quod neminem ex praepotentibus,sed Thraseam ad exemplar verae gloriae legisset.
166
Ma assistendo in borghese con i candidati all’elezione dei consoli ,ogni accenno dell’infima plebe in teatro come spettatore,nel circo come fautore,prese a cuore;i quali atteggiamenti sicuramente piacevoli e popolari ,se fossero stati figli della virtù,al ricordo della vita precedente erano visti come indecorosi e spregevoli.Andava spesso in senato,anche quando si deliberava su piccole questioni.E una volta Priscus Helvidius pretore designato si era espresso a sfavore di lui.Dapprima adirazione da parte di Vitellius ,tuttavia non oltre la richiesta di intervento da parte dei tribuni della plebe per dileggio dell’autorità,poi calmandolo gli amici,che temevano una sua più forte arrabbiatura,rispose che nulla di nuovo era successo,poiché due senatori avevano dissentito dal governo;lui era solito parlare male anche di Thrasea.Moltissimi risero per la sfrontatezza della similitudine;ad altri proprio ciò piaceva,che avesse scelto ad esempio di vera gloria nessuno dei superpotenti,ma Thrasea

Praeposuerat praetorianis Publilium Sabinum a praefectura cohortis,Iulium Priscum tum centurionem:Priscus Valentis,Sabinus Caecinae gratia pollebant;inter discordes Vitellio nihil auctoritatis.Munia imperii Caecina ac Valens obibant,olim anxii odiis,quae bello et castris male dissimulata pravitas amicorum et fecunda gignendis inimicitiis civitas auxerat,dum ambitu comitatu et immensis salutantium agminibus contendunt comparanturque,variis in hunc aut illum Vitellii inclinationibus.Nec umquam satis fida potentia,ubi nimia est.Simul ipsum Vitellium,subitis offensis aut intempestivis blanditiis mutabilem,contemnebant metuebantque.Nec eo segnius invaserant domos hortos opesque imperii,cum flebilis et egens nobilium turba,quos ipsos liberosque patriae Galba reddiderat,nulla principis misericordia iuvarentur.Gratum primoribus civitatis etiam plebs adprobavit,quod reversis ab exilio iura libertorum concessisset,quamquam id omni modo servilia ingenia corrumpebant,abditis pecuniis per occultos aut ambitiosos sinus,et quidam in domum Caesaris transgressi atque ipsis dominis potentiores
167
Aveva messo a dirigere i pretoriani Publilius Sabinus dal comando della fanteria e Iulius Priscus allora centurione:Priscus godeva dell’appoggio di Valens,Sabinus di Caecina;-tra loro in disaccordo nullo l’agire politico di Vitellius.Caecina e Valens assolvevano le funzioni di governo ,da tempo angosciati da rivalità,che maldissimulata in guerra e nelle caserme,la perversità degli amici e la società, feconda nel generare inimicizie, aveva accresciuto,mentre gareggiavano e si confrontavano per intrighi,per seguito e per l’enorme schiera di simpatizzanti,con il favore di Vitellius ora per questo ora per quello.Giammai sicuro il potere,quando è eccessivo.Nello stesso tempo se ne fregavano o temevano lo stesso Vitellius,volubile con improvvisi scatti d’ira o intempestive lusinghe.Nè per questo con meno pigrizia s’erano impadroniti di case,giardini e ricchezze dello stato,mentre la commovente e indigente folla di nobili,che insieme ai loro figli Galba aveva fatto rientrare in patria,non erano aiutati da nessuna forma di carità del principe.Gradito alle elites, anche il popolino approvò, che avesse concesso agli ex esiliati i diritti sui liberti,benchè questi con la furbizia dei servi in ogni modo rendessero vano il provvedimento,nascondendo i soldi da oscure o ambiziose persone,e alcuni passati al servizio dei Cesari e anche più potenti degli stessi padroni.

Sed miles,plenis castris et redundante multitudine in porticubus aut delubris et urbe tota vagus,non principia noscere,non servare vigilias neque labore firmari:per inlecebras urbis et inhonesta dictu corpus otio,animum libidinibus imminuebant.Postremo ne salutis quidem cura:infamibus Vaticani locis magna pars tetendit,unde crebrae in volgus mortes,et adiacente Tiberi Germanorum Gallorumque obnoxia morbis corpora fluminis aviditas et aestus impatientia labefecit.Insuper confusus pravitate vel ambitu ordo militiae;sedecim praetoriae,quattuor urbanae cohortes scribebantur,quis singula milia inessent.Plus in eo dilectu Valens audebat,tamquam ipsum Caecinam periculo exemisset.Sane adventu eius partes convaluerant,et sinistrum lenti itineris rumorem prospero proelio verterat omnisque inferioris Germaniae miles Valentem adsectabatur,unde primum creditur Caecinae fides fluitasse.
168
Ma i soldati,piene le caserme e una trabocchevole moltitudine nei portici e nei santuari e sparsa per tutta la città,non conoscevano consegne,non montavano di guardia né si fortificavano col lavoro,fiaccavano il corpo nell’ozio,lo spirito nei piaceri attraverso gli allettamenti della città e le occasioni disdicevoli a dirsi.Alla fine neanche attenzione per la salute,una gran parte si era attendata nella malfamata zona del Vaticanus,per cui frequenti le morti tra i soldati,e lì vicino il Tiberis, il desiderio dell’acqua del fiume e l’insopportabilità del caldo rovinò i corpi soggetti ad ammalarsi .Inoltre turbato apposta l’ordinamento dell’esercito o per ambizione;erano stati arruolati sedici plotoni pretorili e quattro urbani ,in ciascuno dei quali erano entrati mille uomini.In questa leva maggiormente Valens aveva osato ,come se avesse salvato dal pericolo lo stesso Caecina.Certamente col suo intervento il partito si era risollevato,e la cattiva fama del lento avanzare aveva mutato in una vittoriosa battaglia e tutta l’armata della Germania inferiore seguiva Valens,donde si crede in primo luogo iniziasse a vacillare la fedeltà di Caecina .


Home Page | Introduzione | historiae 4-30 | historiae 31-55 | historiae 56-80 | historiae 81-100 | historiae 101-120 | Mappa del sito


Torna ai contenuti | Torna al menu