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Pagina 113

historiae 101-120

Nec Civilis silentem struxit aciem,locum pugnae testem virtutis ciens:stare Germanos Batavosque super vestigia gloriae,cineres ossaque legionum calcantes.Quocumque oculos Romanus intenderet,captivitatem clademque et dira omnia obversari.Ne terrerentur vario Treverici proelii eventu;suam illic victoriam Germanis obstitisse,dum omissis telis praeda manus impediunt:sed cuncta mox prospera et hosti contraria evenisse.Quae provideri astu ducis oportuerit,providisse,campos madentes et ipsis gnaros,paludes hostibus noxias.Rhenum et Germaniae deos in adspectu;quorum numine capesserent pugnam,coniugum parentum patriae memores:illum diem aut gloriosissimum inter maiores aut ignominiosum apud posteros fore.Ubi sono armorum tripudiisque(ita illis mos)adprobata sunt dicta,saxis glandibusque et ceteris missilibus proelium incipitur,neque nostro milite paludem ingrediente et Germanis,ut elicerent,lacessentibus
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Né Civilis schierò le truppe in silenzio, esaltando il luogo della battaglia come testimonianza del valore:i Germani e i Batavi stavano sopra le orma della gloria,calpestando la cenere e le ossa dei legionari.I Romani dovunque girassero gli occhi,la prigionia,i morti e ogni sventura gli si parava innanzi.Non temessero l’esito diverso della battaglia dei Treviri;lì la propria vittoria era stata negativa per i Germani,poichè lasciate le armi,il bottino fu di impaccio alle mani:ma poi tutto si era svolto favorevolmente e in modo avverso al nemico.Ciò che la bravura del comandante doveva presagire,era stato fatto,i campi allagati e a loro stessi noti,le paludi infide per i nemici,di fronte il Rhenus e gli dei della Germania,sotto l’influsso dei quali avrebbero combattuto,avendo in mente le mogli,i genitori,la patria:quel giorno o famosissimo presso gli anziani oppure sarebbe stato infamissimo presso i posteri.Quando con il fragore delle armi e con colpi dei piedi(così la loro usanza) le parole furono approvate,si iniziò il combattimento con sassi,proiettili e altri lanci,senza che i nostri soldati entrassero nella palude e con le provocazioni dei Germani per farli venire avanti.

Absumptis quae iaciuntur et ardescente pugna procursum ab hoste infestius:immensis corporibus et praelongis hastis fluitantem labantemque militem eminus fodiebant;simul e mole,quam eductam in Rhenum rettulimus,Bructerorum cuneus transnatavit..Turbata ibi res,et pellebatur sociarum cohortium acies,cum legiones pugnam excipiunt suppressaque hostium ferocia proelium aequatur.Inter quae perfuga Batavus adiit Cerialem,terga hostium promittens,si extremo paludis eques mitteretur;solidum illa et Cugernos,quibus custodia obvenisset,parum intentos.Duae alae cum perfuga missae incauto hosti circumfunduntur.Quod ubi clamore cognitum,legiones a fronte incubuere,pulsique Germani Rhenum fuga petebant.Debellatum eo die foret,si Romana classis sequi maturasset;né eques quidem institit,repente fusis imbribus et propinqua nocte.
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Finiti i lanci e crescendo d’intensità il combattimento,l’aggressione dei nemici assai pericolosa:trafiggevano da lontano,fisicamente preponderanti e con aste lunghissime,i nostri soldati incerti sulle gambe e barcollanti;intanto dallo sbarramento,che dicemmo gettato nel Rhenus,il contingente dei Bructeri traversò a nuoto.Lì la situazione critica,la linea dei reparti alleati era sotto attacco,quando le legioni intervennero e stroncata la baldanza dei nemici la battaglia si parggiò.Nel frattempo un Batavus fuggiasco si presentò a Cerialis,promettendo l’aggiramento del nemico,se la cavalleria fosse stata mandata in fondo alle paludi,lì il terreno solido e i Cugeni che ne avevano la difesa poco vigili.Due squadroni col fuggiasco mandati avanti circondarono il disattento nemico.Quando ciò evidente dal clamore,l’esercito attaccò frontalmente e respinti in fuga i Germani corsero verso il Rhenus.In quel giorno la guerra sarebbe finita,se la flotta romana si fosse affrettata ad accorrere;neanche la cavalleria insistette a causa di un improvviso acquazzone e dell’imminenza del buio.

Postera die quartadecima legio in superiorem provinciam Gallo Annio missa;Cerialis exercitum decima ex Hispania legio supplevit:Civili Chaucorum auxilia venere.Non tamen ausus oppidum Batavorum armis tueri,raptis quae ferri poterant,ceteris iniecto igni,in insulam concessit,gnarus deesse naves efficiendo ponti neque exercitum Romanum aliter transmissurum.Quin et diruit molem a Druso Germanico factam Rhenumque prono alveo in Galliam ruentem,disiectis quae morabantur,effudit.Sic velut abacto amne tenuis alveus insulam inter Germanosque continentium terrarum speciem fecerat.Transiere Rhenum Tutor quoque et Classicus et centum tredecim Trevirorum senatores,in quis fuit Alpinius Montanus,quem a Primo Antonio missum in Gallias superius memoravimus.Comitabatur eum frater D.Alpinius;simul ceteri miseratione ac donis auxilia concibant inter gentes pericolorum avidas.
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Il giorno dopola quattordicesima legione spedita a Gallus Annius nella provincia settentrionale;la decima legione dalla Hispania completò l’esercito di Cerialis:a Civilis arrivarono i soccorsi dei Chauci.Tuttavia non osando difendere la piazzaforte dei Batavi,preso ciò che si poteva portare via,dato fuoco al resto,si ritirò sull’isola,consapevole che mancavano le navi per costruire il ponte e che l’esercito Romano non altrimenti sarebbe potuto transitare.Che anzi abbattè la diga fatta da Drusus Germanicus e fece dilagare sulla Gallia il Rhenus impetuoso,con un basso letto, abbattuti tutti gli ostacoli .Così allontanato il fiume il poco profondo letto aveva creato tra l’isola e i Germani una specie di corridoio di terra.Attraversarono il Rhenus anche Tutor e Classicus e centotredici onorevoli dei Treviri ,tra i quali Alpinius Montanus,che ricordammo più sopra spedito nelle Galliae da Primus Antonius.Lo accompagnava il fratello D:Alpinius;intanto tutti gli altri con la commiserazione e con doni raccoglievano forze di soccorso tra gente amante dei pericoli.

Tantumque belli superfuit,ut praesidia cohortium alarum legionum uno die Civilis quadripertito invaseit,decimam legionem Arenaci,secundam Batavoduri,et Grinnes Vadamque,cohortium alarumque castra,ita divisis copiis,ut ipse et Verax,sorore eius genitus,Classicusque ac Tutor suam quisque manum traherent,nec omnia patrandi fiducia,sed multa ausis aliqua in parte fortunam adfore;simul Cerialem neque satis cautum et pluri..s nuntiis huc illuc cursantem posse medio intercipi.Quibus obvenerant castra decumanorum.obpugnationem legionis arduam rati egressum militem et caedendis materiis operatum turbavere,occiso praefecto castrorum et quinque primoribus centurionum paucisque militibus:ceteri se munimentis defendere.Interim Germanorum manus Batavoduri ..rumpere inchoatum pontem nitebantur;ambiguum proelium nox diremit.
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E così tanta guerra ancora rimaneva che Civilis in un unico giorno attaccò su quattro fronti le basi delle truppe, della cavalleria,delle legioni,la decima legione a Arenacus,la seconda a Batavodurus, e le basi della fanteria e della cavalleria a Grinnes e a Vada,così divise le forze,che lui stesso e Verax,il figlio della sorella,Classicus e Tutor guidarono ognuno il proprio contingente e non con la fiducia di vincere ovunque,ma in qualche parte la buona sorte sarebbe venuta incontro alle loro molteplici iniziative ;inoltre si poteva intercettare Cerialis non cauto abbastanza e che per i numerosi dispacci accorreva qua e là .Quelli che erano arrivati alla base della Decima ritenendo arduo l’assedio della legione,crearono scompiglio sui soldati usciti e intenti a tagliare la legna,rimasero uccisi il responsabile della base e cinque centurioni anziani e pochi soldati;gli altri si ripararono dietro le fortificazioni.Frattanto una schiera di Germani a Batavadurus si impegnavano a distruggere il ponte solamente iniziato;la notte fece cessare l’incerta lotta.


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