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historiae 31-55

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Aderiva alla proposta di Paulinus, Marius Celsus,che parimenti piacesse a Annius Gallus,pochi giorni prima atterrato per uno scarto del cavallo,avevano riferito gli inviati a sentire il suo parere:Otho pronto a combattere,suo fratello Titianus e Proculus il prefetto del pretorio,per imperizia frettolosi,affermavano che la fortuna e gli dei e l’angelo custode di Otho assistevano nelle decisioni,sarebbero stati presenti nell’impresa,e perché nessuno osasse dissentire dalla risoluzione,avevano ceduto alla ruffianeria.Dopochè piacque che si combattesse,furono indecisi se fosse meglio che l’imperatore partecipasse alla battaglia o che se ne allontanasse.Paulinus e Celsus non più critici,affinchè non sembrasse che esponevano il principe ai pericoli,inoltre gli autori del più deleterio consiglio spinsero a che andasse a Brixellus e libero dalle incertezze dei combattimenti si riservasse per i compiti di alta amministazione e di governo.Questo primo giorno abbattè i partigiani othoniani,infatti e ,andarono via insieme allo stesso, il forte contingente dei reparti pretoriani,dei corpi scelti e dei cavalieri, e infranto il coraggio dei rimanenti,quando malvisti i generali e per come Otho , nel quale solo era la fiducia dei soldati,mentre anche lui stesso non aveva fiducia che nei soldati,aveva lasciato nell’incertezza la gerarchia del comando.

Nihil eorum Vitellianos fallebat,crebris,ut in civili bello,tranfugiis;et exploratores cura diversa sciscitandi sua non occultabant.Quieti intentique Caecina ac Valens,quando hostis imprudentia rueret,quod loco sapientiae est,alienam stultitiam opperiebantur,inchoato ponte transitum Padi simulantes adversus obpositam gladiatorum manum,ac ne ipsorum miles segne otium tereret.Naves pari inter se spatio,validis utrimque trabibus conexae,adversum in flumen dirigebantur,iactis super ancoris,quae firmitatem pontis continerent,sed ancorarum funes non extenti fluitabant,ut augescente flumine inoffensus ordo navium attolleretur.Claudebat pontem imposita turris et in extremam navem educta,unde tormentis ac machinis hostes propulsarentur.Othoniani in ripa turrim struxerant saxaque et faces iaculabuntur.
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Niente di ciò sfuggiva ai Vitelliani per i frequenti,come nella guerra civile,disertori e gli esploratori per indagare sui nemici non nascondevano le proprie informazioni.Quieti e attenti Caecina e Valens,che è segno di saggezza,aspettavano l’altrui stupidità,quando l’imprudenza del nemico si fosse manifestata,-iniziato intanto un ponte ,simulando un passaggio del Padus di fronte all’opposto corpo dei gladiatori e perché la snervante inattività non logorasse il loro soldato.Le navi con eguale spazio tra di loro,unite da robuste travi da tutte e due le parti,erano allineate contro la corrente,-in più gettate delle ancore,per mantenere la stabilità del ponte,ma le funi delle ancore non tese fluttuavano,in modo che alzandosi il fiume,la fila di navi si sollevasse senza danno.Chiudeva il ponte una torre sovrapposta e torreggiante sull’ultima nave,da cui erano messi in fuga i nemici con proiettili e macchine da lancio.Gli Othoniani sulla ripa avevano alzato una torre e lanciavano sassi e torce.

Et erat insula amne medio,in quam gladiatores navibus molientesGermani nando praelabebantur.Ac forte plures transgressos completis Liburnicis per promptissimos gladiatorum Macer adgreditur,sed neque ea constantia gladiatoribus ad proelia quae militibus,nec proinde nutantes e navibus quam stabili gradu e ripa volnera derigebant;et cum variis trepidantium inclinationibus mixti remiges propugnatoresque turbarentur,desilire in vada ultro Germani retentare puppes,scandere foros aut comminus mergere;quae cuncta in oculis utriusque exercitus quanto laetiora Vitellianis,tanto acrius Othoniani causam auctoremque cladis detestabantur.
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E c’era una isola in mezzo al fiume verso la quale muovendosi con le navi i gladiatori, i Germani a nuoto facevano a gara per arrivarci.E casualmente approdati in gran numero, Macer li assale con le navi complete dei più forti gladiatori ,ma né quella resistenza dei gladiatori a combattere che è dei soldati,né poi assestavano i colpi, barcollando, dalle navi come i nemici dall’argine con un equilibrio stabile ed mentre i soldati mischiati con i rematori, per i vari rigirarsi degli affannati (soldati), si intralciavano,i Germani scesero sul letto del fiume fino a afferrare le poppe,saltare sui ponti oppure affogarli con le mani ;quanto più gradite tutte queste azioni , davanti agli occhi di entrambi gli eserciti, per i Vitelliani,tanto più ferocemente gli Othoniani maledicevano la causa e l’autore della strage.


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