Menu principale:

nerio235.it


Vai ai contenuti

Pagina 66

historiae 56-80

Meliore fato fideque partium Flavianarum duces consilia belli tractabant.Poetovionem in hiberna tertiae decimae legionis convenerant.Illic agitavere,placeretne obstrui Pannoniae Alpes,donec a tergo vires universae consurgerent,an ire comminus et certare pro Italia constantius foret.Quibus opperiri auxilia et trahere bellum videbatur,Germanicarum legionum vim famamque extollebant,et advenisse mox cum Vitellio Britannici exercitus robora:ipsis nec numerum parem pulsarum nuper legionum et,quamquam atrociter loquerentur,minorem esse apud victos animum.Sed insessis interim Alpibus venturum cum copiis Orientis Mucianum;superesse Vespasiano mare classes studia provinciarum,per quas velut alterius belli molem cieret.Ita salubri mora novas vires adfore,e praesentibus nihil periturum
176
I comandanti della parte flaviana svolgevano la strategia di guerra con migliore sorte e lealtà.Erano convenuti a Poetovis nei quartieri invernali della tredicesima legione.Lì discussero se fosse opportuno presidiare le Alpes Pannoniae,finchè dalle spalle non spuntassero tutte le forze unite,oppure se fosse un gesto più fermo muoversi subito e combattere in difesa dell’Italia.Quelli che sostenevano di aspettare gli aiuti e di trascinare per le lunghe la guerra,vantavano la forza e la fama dell’armata germanica e che si era unito a Vitellio il nerbo dell’esercito britannico: loro stessi invece avevano un numero impari di legioni da poco sconfitte e, per quanto parlassero minacciosamente,avevano meno sicurezza.Ma -occupate intanto le Alpes,-Mucianus in arrivo con le truppe dell’Oriente;-bastavano a Vespasianus il mare,le flotte,l’appoggio delle province,con le quali poteva sostenere quasi l’impegno di un’altra guerra.Così con una benefica attesa nuove forze sarebbero giunte e nessun pregiudizio alla realtà presente.

Ad ea Antonius Primus(is acerrimus belli concitator)festinationem ipsis utilem,Vitellio exitiosam disseruit,plus socordiae quam fiduciae accessisse victoribus;neque enim in procinctu et castris habitos;per omnia Italiae municipia desides,tantum hospitibus metuendos,quanto ferocius antea egerint,tanto cupidius insolitas voluptates hausisse.Circo quoque ac theatris et amoenitate urbis emollitos aut valetudinibus fessos;sed addito spatio rediturum et his robur meditatione belli;nec procul Germaniam,unde vires;Britanniam freto dirimi,iuxta Gallias Hispaniasque,utrimque viros equos tributa,ipsamque Italiam et opes urbis;ac si inferre arma ultro velint,duas classes vacuumque Illyricum mare.Quid tum claustra montium profutura?Quid tractum in aestatem aliam bellum?Unde interim pecuniam et commeatus?Quin potius eo ipso uterentur,quod Pannonocae legiones deceptae magis quam victae resurgere in ultionem properent,Moesici exercitus integras vires attulerint.Si numerus militum potius quam legionum putetur,plus hinc roboris,nihil libidinum;et profuisse disciplinae ipsum pudorem;equites vero ne tum quidem victos,sed quamquam rebus adversis disiectam Vitellii aciem.<duae tunc Pannonicae ac Moesicae alae perrupere hostem:nunc sedecim alarum coniuncta signa pulsu sonituque et nube ipsa operient ac superfundent oblitos proeliorum equites equosque.Nisi quis retinet,idem suasor auctorque consilii ero.Vos quibus fortuna in integro est,legiones continete:mihi expeditae cohortes sufficient.Iam reseratam Italiam,impulsas Vitellii res audietis.Iuvabit sequi et vestigiis vincentis insistere>.
177
Contro questa posizione Antonius Primus(convintissimo agitatore della guerra) sostenne che la fretta per loro stessi era utile,per Vitellius dannosa,che nei vincitori era subentrata più infingardaggine che fiducia,né infatti erano pronti alla guerra o residenti nelle caserme, che erano oziosi in tutti i comuni d’Italia,temibili solo per gli ospiti,quanto più ferocemente si erano comportati prima,tanto più avidamente si erano sollazzati con non comuni piaceri.Che sfibrati dal circo e anche dai teatri e dagli allettamenti della capitale oppure indeboliti dalle malattie;ma che datogli tempo a loro sarebbe ritornata anche la forza preparando la guerra;né che lontana la Germania,da dove gli uomini,che la Britannia era divisa da uno stretto,vicine le Hispaniae e le Galliae,e che da entrambe uomini,cavalli,tributi,e la stessa Italia e le ricchezze di Roma,e che se volevano portare la guerra per primi,due flotte e indifeso il mare Illyricus.Allora quale giovamento dai blocchi sulle montagne?Quale la guerra protratta un'altra estate?Da dove intanto il denaro e il vettovagliamento?Che anzi si ci poteva servire proprio di ciò,che l’armata pannonica, sorpresa più che vinta ,moriva dalla voglia di riprendersi la rivincita,che gli eserciti moesici avevano apportato forze integre.Che se si considerava il numero degli effettivi piuttosto che delle legioni,più vigore da questa parte,nessuna bramosia e che la stessa vergogna giovava alla disciplina;che i cavalieri veramente neanche allora vinti,ma pur in una situazione disgraziata, avevano rotto lo schieramento vitelliano.<due squadroni pannonici e moesici sconfissero il nemico,ora sedici squadroni insieme con la carica,il frastuono e la polvere stessa copriranno e sommergeranno i cavalli e i cavalieri disabituati alla lotta.Se nessuno mi trattiene,io stesso sarò il sostenitore e il promotore del piano.Voi a cui la sorte è in debito,trattenete le legioni:a me basterà la fanteria leggera.Subito udirete dischiusa l’Italia,rovesciate le sorti di Vitellius.Avrete la soddisfazione di venir dietro e calpestare le orme dei vincitori

Haec ac talia flagrans oculis,truci voce,quo latius audiretur(etenim se centuriones et quidam militum consilio miscuerant),ita effudit,ut cautos quoque ac providos permoveret,volgus et ceteri unum virum ducemque,spreta aliorum segnitia,laudibus ferrent.Hanc sui famam ea statim contione commoverat,qua recitatis Vespasiani epistulis non ut plerique incerta disseruit,huc illuc tracturus interpretatione,prout conduxisset.Aperte descendisse in causam videbatur,eoque gravior militibus erat culpae vel gloriae socius.Proxima Cornelii Fusci procuratoris auctoritas.Is quoque inclementer in Vitellium invehi solitus nihil spei sibi inter adversa reliquerat.
178
In queste e simili parole così si profuse, con occhi fiammeggianti,voce terribile,perché più ampiamente fosse udito(e infatti si erano aggiunti alla riunione i centurioni e qualche militare),da convincere anche i cauti e i prudenti, - e la truppa e tutti gli altri lo esaltavano come unico uomo e comandante,inveendo contro le perplessità degli altri.Si era fatta questa nomina subito in questa assemblea,dove letti i messaggi di Vespasianus,non, come i più, parlò ambiguamente,pronto a interpretare in un modo o nell’altro a secondo della convenienza.-Sembrava prendere di petto la questione e perciò diveniva per i soldati un più credibile compagno di sventura o di gloria.Il prestigio del procuratore Cornelius Fuscus quasi uguale.Anche questo solito ad attaccare duramente Vitellius aveva perso ogni speranza per sé in caso di sconfitta.


Home Page | Introduzione | historiae 4-30 | historiae 31-55 | historiae 56-80 | historiae 81-100 | historiae 101-120 | Mappa del sito


Torna ai contenuti | Torna al menu