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historiae 101-120

Idque ipsum,quod inconditam nuper Valentini manum contra spem suam fuderint,alimentum illis ducique temeritastis:ausuros rursus venturosque in manus non imperiti adulescentuli,verba et contiones quam ferrum et arma meditantis,sed Civilis et Classici;quod ubi adspexerint,redituram in animos formidinem fugam famemque ac totiens captis precariam vitam.Neque Treviros aut Lingonas benivolentia contineri:resumpturos arma,ubi metus abscesserit.Diremit consiliorum diversitatem adprobata Tutoris sententia Classicus statimque exsequuntur.Media acies Ubiis Lingonibusque data;dextro cornu cohortes Batavorum,sinistro Bructeri Tencterique.Pars montibus,alii viam inter Mosellamque flumen tam improvisi adsiluere,ut in cubiculo ac lectulo Cerialis(neque enim noctem in castris egerat) pugnari simul vincique suos audierit,increpans pavorem nuntiantium,donec universa clades in oculis fuit:
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E proprio questo,che avevano sbaragliato poco prima la raccogliticcia truppa di Valentinus,alimentava l’ imprudenza in loro e nei generali;di nuovo avrebbero osato e sarebbero caduti in mano non di un inesperto ragazzotto,abile nelle parole e nelle assemblee piuttosto che nell’acciaio e nelle armi,ma di Civilis e Classicus;e quando se ne fossero accorti,gli sarebbe ritornata in mente la paura,la fuga e la fame e, tante volte presi prigionieri ,la vita da mendicante.Nè i Treveri o i Lingonae erano trattenuti dall’affetto,avrebbero ripreso le armi appena la paura fosse sparita-.
Classicus,fatta passare la posizione di Tutor pose fine alla diversità di opinioni e subito passarono all’ azione.Il centro dello schieramanto assegnato agli Ubii e ai Lingones,all’ala destra i reparti dei Batavi,alla sinistra i Bructeri e i Tencteri.Parte dai monti,altri apparverò tra la strada e il fiume Mosella così di sorpresa che Cerialis sentì che i suoi erano aggrediti e vinti nella camera e nel letto(infatti non aveva passato la notte nella base),e si mise a sgridare gli impauriti informatori,finchè non ebbe sotto gli occhi la rotta generale.

Perrupta legionum castra,fusi equites,medium Mosellae pons,qui ulteriora coloniae adnectit,ab hostibus insessus,Cerialis turbidus rebus intrepidus et fugientes manu retrahens,intecto corpore promptus inter tela,felici temeritate et fortissimi cuiusque adcursu reciperatum pontem electa manu firmavit.Mox in castra reversus palantes captarum apud Novaesium Bonnamque legionum manipulos et rarum apud signa militem ac prope circumventas aquilas videt.Incensus ira<non Flaccum>inquit,<non Voculam deseritis:nulla hic proditio;neque aliud excusandum habeo,quam quod vos Gallici foederis oblitos redisse in memoriam Romani sacramenti temere credidi.Adnumerabor Numisiis et Herennis,ut omnes legati vestri aut militum manibus aut hostium ceciderint.Ite,nuntiate Vespasiano vel,quod propius est,Civili et Classico,relictum a vobis in acie ducem;venient legiones,quae neque me inultum neque vos impunitos patiantur.Vera erant,et a tribunis praefectisque eadem ingerebantur.
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Rotte le difese della base,dispersa la cavalleria,il ponte in mezzo alla Mosella,che porta alla periferia della colonia,occupato dai nemici.
Cerialis ,coraggioso nelle situazione intricate e trattenendo colle mani i fuggitivi,senza corazza e incurante dei proiettili,riconquistato il ponte con fortunato azzardo e con una carica di tutti i più forti,poi lo fece difendere da un corpo di guardie scelte.Quindi ritornato nella base vede i plotoni delle legioni ,catturate a Novaesium e Bonna, randagi e pochi soldati vicino agli stendardi e quasi circondate le insegne delle aquile.Acceso dalla rabbia<non Flaccus>disse<non Vocula avete abbandonato;qui nessum tradimento;e di null’altro mi devo giustificare che d’aver creduto a torto che voi,dimenticata l’alleanza con i Galli,foste ritornati colla memoria al giuramento Romano.Sarò aggiunto ai Numisii e agli Herennii cosicchè tutti i vostri generali saranno caduti per mano vostra o del nemico.Andate,riferite a Vespasianus,o ciò che è più probabile,a Civilis e Classicus,che avete abbandonato il comandante in battaglia;verranno le legioni,che né me invendicato né voi impuniti lascierà.
Parole vere e dagli ufficiali e dai comandanti venivano ugualmente rilanciate.

Consistunt per cohortes et manipulos;neque enim poterat patescere acies effuso hoste et impedientibus tentoriis sarcinisque,cum intra vallum pugnaretur.Tutor et Classicus et Civilis suis quisque locis pugnam ciebant,Gallos pro libertate,Batavos pro gloria,Germanos ad praedam instigantes.Et cuncta pro hostibus erant,donec legio unaetvincesima patentiore quam ceterae spatio conglobata sustinuit ruentes,mox impulit.Nec sine ope divina mutatis repente animis terga victores vertere.Ipsi territos se cohortium adspectu ferebant,quae primo impetu disiectae summis rursus iugis congregabantur ac speciem novi auxilii fecerant;sed obstitit vincentibus pravom inter ipsos certamen omisso hoste spolia consectandi.Cerialis ut incuria prope rem adflixit,ita constantia restituit;secutusque fortunam castra hostium eodem die capit exscinditque.Nec in longum quies militi data.Orabant auxilium Agrippinenses offerebantque uxorem ac sororem Civilis et filiam Classici,relicta sibi pignora societatis.
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S’inquadrano per reparto e infatti l’esercito non si poteva dispiegare essendo il nemico dapertutto e un ostacolo le tende e i bagagli,poiché si combatteva internamente alle trincee.Tutor e Classicus e Civilis,ognuno dal suo posto chiamavano al combattimento,spingendo i Galli alla libertà,i Batavi alla gloria,i Germani al bottino.Tutto era a favore dei nemici,finchè la legione ventunesima raggruppata in uno spazio più aperto delle altre,trattenne i fuggitivi ,poi colpì.E i vincitori, non senza l’intervento divino all’improvviso persa la fiducia, scapparono.
Dicevano di essere stati atterriti dall’arrivo delle truppe, che al primo impatto sbaragliate si erano ricompattate di nuovo su in cima alle alture e erano riapparse come un nuovo soccorso;ma fu fatale ai vincitori la sbagliata corsa a fare razzia, avendo trascurato il nemico.Come Cerialis per negligenza tutto quasi mandò a monte,così grazie al coraggio lo salvò;e correndo dietro alla fortuna, nello stesso giorno prese il fortino dei nemici e lo abbattè.
Nè fu lunga la tranquillità per i soldati.
Gli Agrippinenses chiedevano aiuto e offrivano la moglie e la sorella di Civilis e la figlia di Classicus,lasciate come ostaggio dell’allenza.


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