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historiae 101-120

Corpora hominum salubria et ferentia laborum.Rari imbres,uber solum,fruges nostrum ad morem praeterque eas balsamum et palmae.Palmetis proceritas et decor,balsamum modica arbor:ut quisque ramus intumuit,si vim ferri adhibeas,pavent venae;fragmine lapidis aut testa aperiuntur;umor in usu medentium est.Praecipuum montium Libanum erigit,mirum dictu tantos inter ardores opacum fidumque nivibus;idem amnem Iordanen alit funditque.Nec Iordanes pelago accipitur,sed unum atque alterum lacum integer perfluit,tertio retinetur.Lacus immenso ambitu,specie maris,sapore corruptior,gravitate odoris accolis pestifer,neque vento impellitur neque pisces aut suetas aquis volucres patitur.Inertes undae superiacta ut solido ferunt;periti imperitique nandi perinde attolluntur.
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I corpi degli uomini in salute e resistenti alle fatiche.Rare le piogge,il suolo fertile,l’alimentazione come la nostra ,in più il balsamo e le palme.I palmeti slanciati e graziosi,piccolo l’albero del balsamo:come uno incide un ramo,se lo fa con la forza del ferro,la linfa si ritira;con un pezzo di pietra o d’osso fuoriesce,la sostanza ha un uso medico.Il Libanus è la montagna più alta,straordinario a dirsi ombreggiata e piena di neve tra tanta calura;la stessa alimenta e gonfia il fiume Iordanes.Nè il Iordanes è ricevuto dal mare,ma attraversa due laghi integralmente,nel terzo finisce.Un lago di grandissima circonferenza,come il mare,di sapore guasto,pestifero per gli abitanti a causa dell’ammorbante odore,e non è mosso dal vento né ha i pesci e gli abituali uccelli d’acqua.Le deboli onde reggono gli oggetti come un corpo solido,i nuotatori come i non nuotatori parimenti galleggiano.

Certo anni bitumen egerit,cuius legendi usum,ut ceteras artes,experientia docuit.Ater suapte natura liquor et sparso aceto concretus innatat;hunc manu captum,quibus ea cura,in summa navis trahunt;inde nullo iuvante influit oneratque,donec abscindas.Nec abscindere aere ferrove possis:fugit cruorem vestemque infectam sanguine,quo feminae per menses exsolvuntur.Sic veteres auctores,sed gnari locorum tradunt undantes bitumine moles pelli manuque trahi ad litus,mox,ubi vapore terrae,vi solis inruerint,securibus cuneisque ut trabes aut saxa discindi.Haud procul inde campi,quos ferunt olim uberes magnisque urbibus habitatos fulminum iactu arsisse;et manere vestigia terramque ipsam specie torridam vim frugiferam perdidisse.
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In un definito periodo dell’anno emette del bitume,il modo di estrarre il quale,come le altre tecniche,l’esperienza insegnò.Il liquido di sua natura nero e a contatto dell’aceto galleggia solidificato;questo,preso con le mani dagli addetti a ciò, viene messo sulla barca;quindi senza alcun aiuto scorre e riempie,finchè non lo separi.Nè potresti scinderlo col bronzo o col ferro;evita il sangue e il vestito insanguinato dalla mestruazione.Così gli antichi autori,ma i conoscitori del posto dicono che le chiazze di bitume galleggiante sono trascinati a riva con la pelle e con la mano,poi,quando con il vapore della terra,con la forza del sole si siano seccate,vengono divise con le accette e con i cunei come le travi o i massi.Non lontano di là i campi,che dicono, una volta fertili e abitati da grandi città,siano stati bruciati dai fulmini,e che rimasero le tracce e che la terra stessa abbia perso la capacità produttiva.

Nam cuncta sponte edita aut manu sata,sive herba tenus aut flore seu solidam in speciem adolevere,atra et inania velut in cinerem vanescunt.Ego sicut inclutas quondam urbes igne caelesti flagrasse concesserim,ita halitu lacus infici terram,conrumpi superfusum spiritum,eoque fetus segetum et autumni putrescere reor solo caeloque iuxta gravi.Et Belus amnis Iudaico mari inlabitur,circa cuius os lectae haranae admixto nitro in vitrum excocuntur.Modicum id litus et gerentibus inexhaustum.Magna pars Iudaeae vicis dispergitur;habent et oppida;Hierosolyma genti caput.Illic immensae opulentiae templum,et primis munimentis urbs,dein …gia,templum intimis clausum.
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Infatti tutta la vegetazione spontanea oppure coltivata,sia che fino ad erba o a fiore o sia cresciuta in forma solida,si dissolve nera e evanescente come cenere.Io come potrei credere che città una volta famose, dal fuoco celeste siano state arse,così credo invece che la terra sia impregnata dei vapori del lago,che l’aria soprastante sia inquinata e perciò i prodotti della terra e dell’autunno si guastino a causa del cielo e del suolo ugualmente malati.Anche il fiume Belus si immette nel mare Iudaicus,la sabbia estratta intorno al quale estuario, mista al salnitro, viene trasformata in vetro col calore.Piccola questa spiaggia e ineusaribile per i ricercatori.La gran parte della Iudaea è dispersa in borghi,hanno anche delle città;Hierosolyma la capitale del popolo.Lì il santuario di grandissima ricchezza e la città dentro le prime fortificazioni , quindi la reggia,il santuario difeso da mura più interne .

Ad fores tantum Iudaeo aditus,limine praeter sacerdotes arcebantur.Dum Assyrios penes Medosque et Persas Oriens fuit,despectissima pars servientium;postquam Macedones praepolluere,rex Antiochus demere superstitionem et mores Graecorum dare adnisus,quo minus taeterrimam gentem in melius mutaret,Parthorum bello prohibitus est;nam ea tempestate Arsaces desciverat.Tum Iudaei Macedonibus invalidis,Parthis nondum adultis(et Romani procul erant),sibi ipsi reges imposuere;qui mobilitate volgi expulsi,resumpta per arma dominatione fugas civium,urbium eversiones,fratrum coniugum parentum neces aliaque solita regibus ausi superstitionem fovebant,quia honor sacerdotii firmamentum potentiae adsumebatur.
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L’accesso alle porte solo per gli Iudaei,nessuno salvo i sacerdoti le oltrepassavano.
Mentre l’Oriente era nelle mani degli Assyrii e dei Medi e dei Persae,l’etnia degli schiavi più disprezzata;dopochè i Macedoni prevalsero,il re Antiochus,essendosi sforzato a sradicare la religione e a dare le usanze dei Graeci,in modo da incivilire l’odiosissima etnia,fu bloccato dalla guerra con i Parthi;infatti in quella occasione Arsaces si era ribellato.Allora gli Iudaei,i Macedoni ormai deboli,i Parthi non ancora sviluppati(e i Romani erano lontani),si scelsero da soli i re,i quali estromessi a causa della volubilità del popolo,riconquistato poi il potere con le armi,sprezzanti dei cittadini fuggiti,delle distruzioni di città,delle uccisioni di fratelli,coniugi,genitori e delle altre solite azioni dei re,favorivano la religione poiché l’ufficio del sacerdozio era considerato come cardine del potere.

Romanorum primus Cn.Pompeius Iudaeos domuit templumque iure victoriae ingressus est;inde volgatum nulla intus deum effigie vacuam sedem et inania arcana.Muri Hierosolymorum diruit,delubrum mansit.Mox civili inter nos bello,postquam in dicionem M.Antonii provinciae cesserant,rex parthorum Pacorus Iudaea potitus interfectusque a P.Ventidio,et Parthi trans Euphraten redacti:Iudaeos C.Sosius subegit.Regnum ab Antonio Herodi datum victor Augustus auxit.Post mortem Herodis nihil exspectato Caesare Simo quidam regium nomen invaserat.Is a Quintilio Varo obtinente Syriam punitus,et gentem coercitam liberi Herodis tripertito rexere.Sub Tiberio quies;dein iussi a C.Caesare effigiem eius in templo locare arma potius sumpsere.Quem motum Caesaris mors diremit.
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Primo dei Romani Cn.Pompeius domò i Iudaei e entrò nel santuario in base al diritto del più forte;da allora la conoscenza che il luogo vuoto, con nessuna statua di dei all’interno e senza segreti.Buttò giù le mura di Hierosolymi,il santuario rimase.Poi durante la nostra guerra civile,dopochè la regione era finita nelle mani di M.Antonius,il re dei Parthi Pacorus signore della Iudaea ,poi ucciso da P.Ventidius,e i Parthi rigettati oltre l’Euphrates:C.Sosius soggiogò i Iudaei.Il regno affidato a Herodes da Antonius, il vincente Augustus lo ampliò.Dopo la morte di Herodes,senza sentire Roma,un certo Simo si era proposto come re.Questo punito da Quintilius Varus governatore della Syria,e sottomessa la popolazione, i figli di Herodes ressero la regione divisa in tre parti.Sotto Tiberius la pace,poi comandati da C.Caesar di mettere la sua statua nel loro duomo,presero piuttosto le armi.Questa sollevazione cessò per la morte di Caesar.


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