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historiae 101-120

Scribuntur ad Treviros epistulae nomine Galliarum,ut abstinerent armis,impetrabili venia et paratis deprecatoribus,si paeniteret:restitit idem Valentinus obstruxitque civitate suae aures,haud perinde instruendo bello intentus quam frequens contionibus.Igitur non Treviri neque Lingones ceteraeve rebellium civitates pro magnitudine suscepti discriminis agere;ne duces quidem in unum consulere,sed Civilis avia Belgarum circumibat,dum Claudium Labeonem capere aut exturbare nititur;Classicus segne plerumque otium trahens velut parto imperio fruebatur;ne Tutor quidem maturavit superiorem Germaniae ripam et ardua Alpium praesidiis claudere.Atque interim unaetvicensima legio Vindonissa,Sextilius Felix cum auxiliariis cohortibus per Raetiam inrupere;accessit ala Singularium,excita olim a Vitellio,deinde in partes Vespasiani transgressa.Praerat Iulius Briganticus sorore Civilis genitus,ut ferme acerrima proximorum odia sunt,invisus avonculo infensesque.Tutor Trevirorum copias recenti Vangionum Caeracatium Tribocorum dilectu auctas veterano pedite atque equite firmavit,corruptis spe aut metu subactis legionariis;qui primo cohortem praemissam a Sextilio Felice interficiunt,mox ubi duces exercitusque Romanus propinquabant,honesto transfugio rediere,secutis Tribocis Vangionibusque et Caeracatibus.

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Vengono scritte delle lettere nel nome delle Galliae ai Treviri di abbassare le armi,se si pentivano possibile il perdono e pronti i mediatori;ma Valentinus si oppose e rese sorda la sua comunità,non parimenti zelante nel preparare la guerra quanto assiduo frequentatore di assemblee.Dunque né i Treviri né i Lingones e le altre tribù ribelli di fronte al grande imminente pericolo agirono di conseguenza,neanche unificarono il comando,ma Civilis mentre cercava di prendere o di far scappare Claudius Labeo,girovagava per gli angoli sperduti della Belgae;Classicus se la godeva come se già ottenuto il regno passando il tempo per lo più nell’ozio;neanche Tutor si affrettò a serrare con delle guarnigioni la riva superiore della Germania e le difficoltose Alpes;nel frattempo la ventunesima legione a Vindonissa,Sextilius Felix con i reparti alleati si precipitarono nella Raetia;si unì lo squadrone dei Singulares ,inquadrato una volta da Vitellius,poi passata nelle file di Vespasiano.Lo comandava Iulius Briganticus nato dalla sorella di Civilis,malvisto dallo zio e suo nemico,(quasi sempre i rancori tra parenti sono accesissimi).Tutor rinforzò le forze dei Treviri aumentate con una recente leva di Vangiones,Caeracates e Triboci,con fanti e cavalieri veterani,legionari vendutisi per speranza oppure soggiocati dalla paura;questi eliminano dapprima il plotone mandato avanti da Sextilius Felix,poi quando i generali e gli eserciti Romani si avvicinavano,con dignitoso dietrofront ,ritornarono a noi,seguiti dai Triboces e dai Vangiones e dai Caeracates.

Tutor Treveris comitantibus vitato Mogontiaco Bingium concessit,fidens loco,quia pontem Navae fluminis abruperat,sed incursu cohortium,quas Sextilius ducebat,et reperto vado proditus fususque.Ea clade perculsi Treviri,et plebes omissis armis per agros palatur;quidam principum,ut primi posuisse bellum viderentur,in civitates,quae societatem Romanam non exuerant,perfugere.Legiones a Novaesio Bonnaque in Treviros,ut supra memoravimus,traductae se ipsae in verba Vespasiani adigunt.Haec Valentino absente gesta;qui ubi adventabat furens cunctaque rursus in turbas et exitium conversurus,legiones in Mediomatricos,sociam civitatem,abscessere;Valentinus ac Tutor in arma retrahunt,occisis Herennio ac Numisio legatis,quo minore spe veniae cresceret vinculum sceleris.Hic belli status erat cum Petillius Cerialis Mogontiacum venit.
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Tutor accompagnato dai Treviri,evitato Mogontiacum,arrivò a Bingium,fiducioso nel luogo,poiché il ponte del fiume Nava aveva interrotto,ma sorpreso e sconfitto a seguito di un assalto,trovato un guado, dei reparti guidati da Sextilius.In questo scontro i Treveri abbattuti e la gente abbandonate le armi vagava per i campi;alcuni nobili,affinchè sembrassero i primi ad aver smesso la guerra,fuggirono nelle tribù che non avevano lasciato l’alleanza Romana.Le legioni da Novaesium e da Bonna condotte nei Treviri(come sopra ricordammo),giurarono per Vespasianus.Questa la situazione ,assente Valentinus,e quando questo, furioso e deciso a rivoltare tutto nel disordine e nella distruzione,si avvicinava le legioni si spostarono presso i Mediomatrices,tribù amica;
Valentinus e Tutor riprendono le armi,i generali Herennius e Numisius fatti uccidere,in modo che,con minore speranza di perdono,crescesse il vincolo tra scellerati .Questo lo stato della guerra quando arrivò a Mogontiacus Petillius Cerialis.

Eius adventu erectae spes;ipse pugne avidus et contemnendis quam cavendis hostibus melior,ferocia verborum militem incendebat,ubi primum congredi licuisset,nullam proelio moram facturus.Dilectus per Galliam habitos in civitates remittit ac nuntiare iubet sufficere imperio legiones:socii ad munia pacis redirent securi velut confecto bello,quod Romanae manus excepissent.Auxit ea res Gallorum obsequium;nam recepta iuventute facilius tributa toleravere,proniores ad officia,quod spernabantur.At Civilis et Classicus ubi pulsum Tutorem,caesos Treviros,cuncta hostibus prospera accepere,trepidi ac properantes,dum dispersas suorum copias conducunt,crebris interim nuntiis Valentinum monuere,ne summae rei periculum faceret.Eo rapidius Cerialis,missis in Mediomatricos qui breviore itinere legiones in hostem verterent,contracto quod erat militum Mogontiaci quantumque secum transvexerat,tertiis castris Rigodulum venit,quem locum magna Trevirorum manu Valentinus insederat,montibus aut Mosella amne saeptum;et addiderat fossas obicesque saxorum.Nec deterruere ea munimenta Romanum ducem quo minus peditem perrumpere iuberet,equitum aciem in collem erigeret,spreto hoste;quem temere collectum haud ita loco iuvari,ut non plus suis in virtute foret.Paulum morae in adscensu,dum missilia hostium praevehuntur;ut ventum in manus,deturbati ruinae modo praecipitantur.Et pars equitum aequioribus iugis circumvecta nobilissimos Belgarum,in quis ducem Valentinum,cepit.
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La speranza riprese vigore col suo arrivo,Cerialis avido di combattere e più bravo a affrontare i nemici che a difendersi,infiammava i soldati con dure parole,appena si fosse presentata l’occasione,non avrebbe rimandato lo scontro.Fa ritornare in famiglia la chiamata di leva delle Galliae e comanda di annunziare che le legioni erano sufficienti allo Stato :gli alleati ritornassero alla vita borghese sicuri come se cessata la guerra,che le forze armate Romane avrebbero portata avanti.Ciò aumentò l’obbedienza dei Galli,infatti riavuta la gioventù più facilmente tollerarono le tasse,più favorevoli,poiché erano trascurati,ai doveri sociali.Ma Civilis e Classicus,quando seppero che Tutor messo in fuga,i Treveri uccisi,la situazione generale favorevole ai nemici,tremanti e frettolosi,mentre riuniscono le loro forze disperse,con frequenti messaggi nel frattempo consigliarono Valentinus di non mettere in pericolo tutta la rivoluzione.
Cerialis tanto più rapidamente,(spediti presso i Mediomatrici alcuni che colla strada più breve indirizzassero le legioni contro il nemico),riuniti i soldati a Mogontiacum e quanti aveva condotto con sé,venne in tre tappe a Rigodulum,il posto dove Valentinus aveva concentrato una grande schiera di soldati,circondato dai monti o dal fiume Mosella;e Valentinus aveva aggiunto fossati e ripari di sassi.Nè queste difese atterrirono il comandante Romano da impedirgli di ordinare alla fanteria di attaccare,alla cavalleria di salire la collina,disprezzando il nemico e questo ammassato caoticamente non così fu agevolato dalla posizione da essere più coraggiosi dei Romani.Un attimo di indugio nella salita,mentre volavano i proiettili nemici,-come si arrivò alle mani,i nemici ,travolti, come macerie sono buttati giù-.Parte della cavalleria passata alle spalle attraverso rilievi più agevoli,catturò i più nobili Belgae,tra i quali il comandante Valentinus.

Cerialis postero die coloniam Trevirorum ingressus est,avido milite eruendae civitatis.Hanc esse Classici,hanc Tutoris patriam:horum scelere clausas caesasque legiones.Quid tantum Cremonam meruisse?Quam e gremio Italiae raptam,quia unus noctis moram victoribus attulerit.Stare in confinio Germaniae integram sedem spoliis exercituum et ..cum caedibus ovantem.Redigeretur praeda in fiscum;ipsis sufficere ignes et rebellis coloniae ruinas,quibus tot castrorum excidia pensarentur.Cerialis metu infamiae,si licentia saevitiaque imbuere militem crederetur,pressit iras:et paruere,posito civium bello ad externa modestiores.Convertit inde animos accitarum e Mediomatricis legionum miserabilis adspectus.Stabant conscientia flagitii maestas,fixis in terram oculis;nulla inter coeuntes exercitus consalutatio,neque solantibus hortantibusve responsa dabant,abditi per tentoria et lucem ipsam vitantes.Nec proinde periculum aut metus quam pudor ac dedecus obstupefecerat,attonitis etiam victoribus,qui vocem precesque adhibere non ausi lacrimis ac silentio veniam poscebant,donec Cerialis mulceret animos,fato acta dictitans,quae militum ducumque discordia vel fraude hostium evenissent.
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Cerialis entrò il giorno dopo nella colonia dei Treviri-i soldati decisi a sradicare la città,questa era la patria di Classicus ,questa di Tutor, a causa delle loro cattive azioni le legioni circondate e debellate,di che cosa mai si era resa colpevole Cremona?la quale rapita dal grembo dell’Italia solamente perché aveva causato il ritardo di una notte ai vincitori;
ai confini della Germania rimaneva una città integra con le spoglie degli eserciti e esultante per l’assassinio dei generali.
Il bottino fosse incamerato dall’erario,a loro stessi bastavano le fiamme e le macerie della colonia ribelle,con le quali fossero vendicate le distruzioni di tante basi militari-.
Cerialis per paura della vergogna se si fosse sparsa la voce che li aveva indottrinati di violenza e di indisciplina,represse la loro ira;e si piegarono, venuta meno la guerra civile,meno propensi alle guerre esterne.Quindi l’aspetto pietoso delle legioni venute dai Mediomatrici fece cambiare atteggiamento.Stavano tristi per la consapevolezza della colpa,gli occhi fissi a terra, nessun scambio di saluti tra gli eserciti riuniti,né rispondevano a chi li consolava e incoraggiava,chiusi nelle tende e sottraendosi alla stessa luce.Nè tanto il pericolo o il timore quanto la vergogna e il disonore li avevano demoralizzati,-sbalorditi anche i vincitori,che non osando proferire parole e preghiere,si misero a chiedere clemenza con le lacrime e col silenzio,finchè Cerialis volle acquietare gli uomini ripetendo spesso che ,ciò che era successo per discordia dei soldati e dei generali o per i raggiri dei nemici,da computare al destino.


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