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Pagina 54

historiae 31-55

Tum interfecti centuriones promptissimi Othonianorum,unde praecipua in Vitellium alienatio per Illyricos exercitus;simul ceterae legiones contactu et adversus Germanicos milites invidia bellum meditabantur.Suetonium Paulinum ac Licinium Proculum tristi mora squalidos tenuit,donec auditi necessariis magis defensionibus quam honestis uterentur.Proditionem ultro imputabant,spatium longi ante proelium itineris,fatigationem Othonianorum,permixtum vehiculis agmen ac pleraque fortuita fraudi suae adsignantes,et Vitellus credidit de perfidia et fidem absolvit.Salvius Titianus Othonis frater nullum discrimen adiit,pietate et ignavia excusatus.Mario Celso consulatus servatur:sed creditum fama obiectumque mox in senatu Caecilio Simplici,quod eum honorem pecunia mercari,nec sine exitio Celsi,voluisset:restitit Vitellius deditque postea consulatum Simplici innoxium et inemptum.Trachalum adversus criminantes Galeria uxor Vitelii protexit.
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Quindi assassinati i centurioni othoniani più in evidenza,da qui la particolare avversione verso Vitellius dell’armata illyrica;così le altre legioni a pelle e per invidia dei soldati germanici pensavano alla guerra.Suetonius Paulinus e Licinium Proculus li trattenne,squallidi,in amara attesa,finchè ascoltati s’avvalsero di una linea di difesa più opportunista che onesta .Spontaneamente si vantavano del tradimento,imputando alla propria slealtà la lunga marcia prima del combattimento,la stanchezza degli othoniani,lo schieramento incasinato dai carri e le moltissime situazioni fortuite,e Vitellius credette nella slealtà e della fedeltà li assolse.Non incorse in nessun pericolo,discolpato per l’affetto e la sudditanza di Otho il fratello,Salvius Titianus .Il consolato rimane a Marius Celsus:ma Caecilius Simplicius chiacchierato e poi accusato di aver voluto comprare la carica col denaro,e non senza la fine di Celsus:-restò fermo Vitellius e poi diede il consolato ,non macchiato e non comprato, a Simplicius .Galeria moglie di Vitellius protesse Trachalus dagli accusatori.

Inter magnorum virorum discrimina,pudendum dictu,Mariccus quidam,e plebe Boiorum,inserere sese fortunae et provocare arma Romana simulatione numinum ausus est.Iamque adsertor Galliarum et deus(nam id sibi indiderat)concitis octo milibus hominum proximos Aeduorum pagos trahebat,cum gravissima civitas electa iuventute,adiectis a Vitellio cohortibus,fanaticam multitudinem disiecit.Captus in eo proelio Mariccus;ac mox feris obiectus quia non laniabatur,stolidum volgus inviolabilem credebat,donec spectante Vitellio interfectus est.
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Tra i pericoli dei grandi uomini,vergognoso a dirsi,un certo Mariccus ,un popolano dei Boii,si inserì nel destino(dell’impero) e osò provocare le armi romane colla finzione religiosa.E già liberatore delle Galliae e dio(infatti così si era nominato) riuniti otto mila uomini faceva proseliti tra i vicini villaggi degli Aedui quando la comunità più importante,chiamati i giovani alla leva, ,rinforzata da Vitellius con dei reparti di fanteria,disperse la superstiziosa moltitudine.Mariccus catturato in questo combattimento e poi gettato alle bestie,poiché non veniva divorato la stupida folla lo credeva invulnerabile,finchè fu fatto fuori,spettatore Vitellius.

Nec ultra in defectores aut bona cuisquam saevitum;rata fuere eorum,qui acie Othoniana ceciderant,testamenta aut lex intestatis:prorsus,si luxuriae temperaret,avaritiam non timeres.Epularum foeda et inexplebilis libido:ex urbe atque Italia inritamenta gulae gestabantur strepentibus ab utroque mari itineribus;exsausti conviviorum adparatibus principes civitatum;vastabantur ipsae civitates;degenerabat a labore ac vrtute miles adsuetudine voluptatum et contemptu ducis.Praemisit in urbem edictum,quo vocabulum Augusti differret,Caesaris non reciperet,cum de potestate nihil detraheret.Pulsi Italia mathematici;cautum severe,ne equites Romani Romani ludo et harena polluerentur.Priores id principes pecunia et saepius vi perpulerant,ac pleraque municipia et coloniae aemulabuntur corruptissimum quemque adulescentium pretio inlicere.
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Né oltre più nei confronti dei disertori o accanimento sui beni di chicchessia;furono convalidati i testamenti di quelli che erano caduti nello schieramento Othoniano, oppure la legge per i senza testamento :insomma se si mitigasse nel lusso,non ne temeresti l’avidità.Una passione irrefrenabile e perniciosa per i pranzi:da Roma e dall’Italia venivano trasportate prelibatezze per il palato con chiassoso traffico da entrambi i mari;impoveriti dall’allestimento dei banchetti gli stessi nobili delle città,saccheggiate le stesse comunità;i soldati, per l’abitudine ai piaceri e per il disprezzo dell’autorità , in quanto a fatica e a virtù sderazzavano.Premise a Roma un decreto,dove differiva il termine di Augustus,non accoglieva quello di Caesar,non operando alcuna riduzione dei poteri.Scacciati dall’Italia gli astrologi,seriamente guardingo a che i cavalieri romani non s’insozzassero con i giochi e con i combattimenti nel circo.I precedenti principi avevano spinto a ciò con i soldi e più spesso con la forza.e moltissimi municipi e colonie avevano imitato, allettando con denaro tutta la più guasta gioventù.

Sed Vitellius adventu fratris et inrepentibus dominationis magistris superbior et atrocior occidi Dolabellam iussit,quem in coloniam Aquinatem sepositum ab Othone rettulimus.Dolabella audita morte Othonis urbem introierat:id ei Plancius Varus praetura functus,ex intimis Dolabella amicis,apud Flavium Sabinum praefectum urbis obiecit,tamquam rupta custodia ducem se victis partibus ostentasset;additit temptatam cohortem,quae Ostia ageret;nec ullis tantorum criminum probationibus in paenitentiam versus seram veniam post scelus quaerebat.Cunctantem super tanta re Flavium Sabinum Triaria LVitellii uxor,ultra feminam ferox,terruit,ne periculo principis famam clementiae adfectaret.Sabinus suopte ingenio mitis,ubi formido incessisset,facilis mutatu et in alieno discrimine sibi pavens,ne adlevasse videretur,impulit ruentem.
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Ma Vitellius più superbo e feroce dopo l’arrivo del fratello e per l’intromissione dei consiglieri della corona,comandò di uccidere Dolabella,che riportammo relegato nella colonia aquinate.Dolabella saputo della morte di Otho,era entrato a Roma; di ciò l’accusò Plancius Varus ex pretore,un intimo amico di Dolabella,in presenza del governatore di Roma Flavius Sabinus,come se, frantumati gli arresti domiciliari , da laeder si fosse palesato alla parte sconfitta ;aggiunse che aveva approcciato i reparti di stanza a Ostia;e poichè nessuna prova di così gravi accuse,pentitosi cercava un tardivo perdono del misfatto.La moglie di Vitellius,L.Triaria,feroce al di là di una donna,impaurì Flavius Sabinum esitante su un fatto così grave,perchè non aspirasse alla reputazione di clemente con pericolo dell’imperatore.Sabinus,mite per suo carattere,ove fosse subentrata la paura,facile a rigirarsi e temendo per sé dall’altrui pericolo,affinchè non sembrasse che lo avesse appoggiato, buttò giù il pericolante


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