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historiae 4-30

At in superiore Germania Caecina,decorus iuventa,corpore ingens,animi immodicus,scito sermone,erecto incessu,studia militum inlexerat.Hunc iuvenem Galba,quaestorem in Baetica impigre in partes suas transgressum,legioni praeposuit;mox compertum publicam pecuniam avertisse ut peculatorem flagitari iussit.Caecina aegre passus miscere cuncta et privata volnera rei publicae malis operire statuit.Nec deerant in exercitu semina discordiae,quod et bello adversus Vindicem universus adfuerat,nec nisi occiso Nerone translatus in Galbam atque in eo ipso sacramento vexillis inferioris Germaniae praeventus erat.Et Treveri ac Lingones quasque alias civitates atrocibus edictis aut damno finium Galba perculerat,hibernis legionum propius miscentur;unde seditiosa colloquia et inter paganos corruptior miles et in Verginium favor cuicumque alii profuturus.Miserat civitas Lingonum vetere istituto dona legionibus dextras,hospitii insigne.Legati eorum in squalorem maestitiamque compositi per principia per contubernia modo suas iniurias,modo vicinarum civitatium praemia et ubi pronis militum auribus accipiebantur,ipsius exercitus pericula et contumelias conquerentes accendebant animos.Nec procul seditione aberant,cum Hordeonius Flaccus abire legatos,utque occultior digressus esset,nocte castris excedere iubet.Inde atrox rumor,adfirmantibus plerisque interfectos,ac ni sibi ipsi consulerent,fore ut acerrimi militum et praesentia conquesti per tenebras et inscitiam ceterorum occiderentur.Obstringuntur inter se tacito foedere legiones,adsciscitur auxiliorum miles,primo suspectus,tamquam circumdatis cohortibus alisque impetus in legiones pararetur,mox eadem acrius volvens faciliore inter malos consensu ad bellum quam in pace ad concordiam.
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Ma nella Germania superiore Caecina,abbellito dalla giovinezza,di fisico prestante,ambizioso,di andatura eretta,aveva attirato le simpatie dei soldati .Questo giovanotto,questore nella Betica,senza indugi passato nelle sue file,Galba mise a capo di una legione;poi riconosciuto reo di aver distratto denaro pubblico,subito ordinò che fosse accusato di ladrocinio.Caecina aspramente dispiaciuto decise di rivoltare tutto e di coprire le ferite personali con la rovina dello stato.Non mancavano nell’esercito i semi della discordia poiché nella guerra contro Vindex tutto unito aveva partecipato e non era passato a Galba se non ucciso Nero e in quello stesso pronunciamento era stato anticipato dai reparti della Germania inferiore.I Treviri e i Lingoni e ciascun altra popolazione che Galba aveva colpito con feroci bandi e con limitazioni di confini,si aggiravano insieme assai vicino ai quartieri militari invernali ;donde discorsi rivoluzionari e in mezzo ai villici più marcio il soldato e l’appoggio a Verginius buon viatico per chiunque altro.La popolazione dei Lingoni aveva mandato in dono,per una vecchia consuetudine,le destre,segno di ospitalità.I loro delegati atteggiati in modo dimesso e avviliti per gli alloggi degli ufficiali,per le camerate inasprivano gli animi ora lagnandosi delle proprie ingiustizie,ora delle ricompense ai vicini e dove trovavano le orecchie dei militari attente,dei pericoli dello stesso esercito e delle offesee.Nè erano molto lontano dall’ammutinamento quando Hordeonius Flaccus ordina ai delegati di andar via e perché l’uscita fosse più segreta,di lasciare gli accampamenti di notte;da li un terribile mormorio,affermando i più la loro soppressione e che se non pensavano a se stessi,avverrebbe che i militari più risoluti e gli insoddisfatti del momento attuale sarebbero uccisi nelle tenebre e di nascosto dagli altri.Le legioni stringono un tacito accordo,viene accolto l’esercito degli alleati,in un primo momento sospetto come se le coorti e gli squadroni posti intorno preparassero un attacco alle legioni,poi sostenitore più convinto delle stesse posizioni,perché più facile,tra malvagi,l’accordo per la guerra ,che in pace per la concordia.

Inferioris tamen Germaniae legiones sollemni Kalendarum Ianuariarum sacramento pro Galba adactae,multa cunctatione et raris primorum ordinum vocibus,ceteri silentio proximi cuiusque audaciam exspectantes,insita mortalibus natura propere sequi quae piger inchoare;sed ipsis legionibus inerat diversitas animorum:primani quintanique turbidi adeo,ut quidam saxa in Galbae imagines iecerint:quinta decima ac sexta decima legiones nihil ultra fremitum et minas ausae initium erumpendi circumspectabant.At in superiore exercitu quarta ac duoetvicensima legiones isdem hibernis tendentes ipso kalendarum Ianuariarum die dirumpunt imagines Galbae,quarta legio promptius,duoetvicensima cunctanter,mox consensu.Ac ne reverentiam imperii exuere viderentur,senatus populique Romani obliterata iam nomina sacramento advocabant,nullo legatorum tribunorumve pro Galba nitente,quibusdam ut in tumultu notabilius turbantibus;non tamen quisquam in modum contionis aut suggestu locutus,neque enim erat adhuc cui imputaretur.
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Però le legioni della Germania inferiore,nel rituale giuramento del primo Gennaio,per Galba forzate,con molta ritrosia e con rade voci tra le prime file,gli altri in silenzio,aspettando l’audacia del proprio vicino,-strutturata la natura dei mortali a dar seguito velocemente a ciò che è faticoso incominciare-.Ma nelle stesse legioni c’era una diversità di sentimenti,i primani e i quintani turbolenti al punto che qualcuno scagliò sassi contro le immagini di Galba,la quindicesima e la sedicesima legione audaci non oltre il mormorio e le minacce ,aspettavano l’inizio dell’eruzione.Ma nell’esercito superiore la quarta e ventiduesima legione attendate nelle stesse caserme invernali nello stesso giorno del primo Gennaio frantumano le immagini di Galba,la quarta legione con più decisione,la ventiduesima con esitazione,poi all’unanimità,e perché non sembrasse che si fossero ammutinati,nel giuramento facevano riferimento al senato e al popolo romano,termini ormai dimenticati,-nessuno dei delegati o dei tribuni splendente a difesa di Galba,alcuni come in una rivolta,gli agitatori più in evidenza-,nessuno tuttavia come in un comizio o oratore dal palco,infatti ancora non c’era a chi porlo a credito.


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