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Pagina 82

historiae 81-100

Estratto da Svetonius


Urbem denique ad classicum introiit paludatus ferroque succinctus,inter signa atque vexilla,sagulatis comitibus ac detectis commilitonum armis.Magis deinde ac magis omni divino humanoque iure neglecto,Alliensi die pontificatum maximum cepit,comitia in decem annos ordinavit seque perpetuum consulem.Et ne cui dubium foret,quod exemplar regendae rei publicae eligeret,medio Martio campo adhibita publicorum sacerdotum frequentia inferias Neroni dedit ac sollemni convivio citharoedum placentem palam admonuit,<ut aliquid et de Dominico diceret>,incohantique Neroniana cantica primus exultans etiam plausit.Talibus principiis magnam imperii partem non nisi consilio et arbitrio vilissimi cuiusque histrionum et aurigarum administravit et maxime Asiatici liberti.Hunc adulescentulum mutua libidine constupratum,mox taedio profugum cum Puteolis poscam vendentem reprehendisset,coiecit in compedes statimque soluit et rursus in deliciis habuit;iterum deinde ob nimiam contumaciam et furacitatem gravatus circumforano lanistae vendidit dilatumque ad finem muneris repente subripuit et provincia demum accepta manumisit ac primo imperii die aureis donavit anulis super cenam,cum mane rogantibus pro eo cunctis detestatus esset severissime talem equestris ordinis maculam.

..Infine entrò in città tra squilli di trombe vestito con l’uniforme di generale e armato,tra stendardi e bandiere,con i compagni in mimetica e i camerati con le armi pronte;sempre più inoltre trascurata ogni legge divina ed umana,assunse il pontificato massimo nel giorno dell’Allia,nominò le cariche per dieci anni e sé console per sempre.E affinchè non fosse dubbio a nessuno quale esempio di governante scegliesse,convocata in mezzo al campo Martius una frotta di pubblici sacerdoti,rese gli onori funebri a Nero e nel tradizionale pranzo apertamente fece la richiesta all’apprezzato solista<di cantare qualcosa anche dal Dominicus>,e appena iniziati i versi neroniani per primo si rallegrò e anche applaudì.Con tale impostazione amministrò gran parte del potere non senza i consigli e l’influenza di tutti i peggiori attori e fantini e soprattutto dell’ex schiavo Asiaticus.Questo ragazzetto posseduto per reciproca passione,poi per fastidio fuggito, dopo averlo ripreso a Puteolis commerciante di bevande,lo incatenò e subito lo liberò e di nuovo lo ebbe per amante;nuovamente quindi infastidito dall’arroganza e dalla disonestà lo vendette a un reclutatore ambulante di gladiatori e riservato per la parte finale del torneo in fretta e furia lo strappò e infine ottenuta la provincia,lo affrancò e il primo giorno del governo gli donò degli anelli d’oro durante la cena,quando la mattina di fronte a tutte le richieste in favore di quello s’era scagliato assai severamente contro un tale onta per la classe borghese.

Sed vel praecipue luxuriae saevitiaeque deditus epulas trifariam semper,interdum quadrifariam dispertiebat,in iantacula et prandia et cenas comissationesque,facile omnibus sufficiens vomitandi consuetudine.Indicebat autem aliud alii eadem die,nec cuiquam minus singuli apparatus quadringenis militibus nummum constiterunt.famosissima super ceteras fuit cena data ei adventicia a fratre,in qua duo milia lectissimorum piscium,septem avium apposita traduntur.Hanc quoque exsuperavit ipse dedicatione patinae,quam ob immensam magnitudinem<clipeum Minervae polioxou>dictitabat.In hac scarorum iocinera,fasianarum et pavonem cerebella,linguas phoenicopterum,murenarum lactes a Parthia usque fretoque Hispanico per navarcos ac triremes petitarum commiscuit.Ut autem homo non profundae modo sed intempestivae quoque ac sordidae gulae,ne in sacrificio quidem umquam aut itinere ullo temperavit,quin inter altaria ibidem statim viscus et farris panes paene rapta e foco manderet circaque viarum popinas fumantia obsonia vel pridiana atque semesa.

Ma soprattutto incline al lusso e alla ferocia,ripartiva i pasti sempre in tre ,qualche volta in quattro fasi,a colazione a pranzo a cena e nei bagordi,facilmente resistente a tutte per l’abitudine di vomitare.Dava disposizione poi per esse all’uno e all’altro nello stesso giorno,e a nessuno costava meno di quattrocentomila soldi la singola tavolata.La più famosa di tutte fu la cena data per il suo arrivo dal fratello,nella quale si racconta di portate di duemila pregiatissimi pesci,di settemila uccelli.Anche questa superò lui stesso con la inaugurazione del vassoio che per l’immensa grandezza<scudo di Minerva” tutor”> soleva definire.In questa presentò insieme ventresca di scarus,cervelletta di fagiani e pavoni,lingue di fenicotteri,latte di murene,cercate tramite comandanti e vascelli dalla Parthia fino allo stretto ispanico.Non solo uomo di golosità profonda ma anche intempestiva e bestiale,neanche nei sacrifici o in nessun viaggio si moderò,che anzi tra gli altari lì subito le coratelle e il pane di farro appena sottratto al fuoco mangiava e accanto alle trattorie lungo le strade le pietanze fumanti o del giorno prima e avanzate .

Pronus vero ad cuiuscumque et quacumque de causa necem atque supplicium nobiles viros,condiscipulos et acquales suos,omnibus blanditiis tantum non ad societatem imperii adlicefactos,vario genere fraudis occidit,etiam unum veneno manu sua porrecto in aquae frigidae potione,quam is adfectus febre poposcerat,iam faeneratorum et stipulatorum publicanorumque,qui umquam se aut Romae debitum aut in via portiorum flagitassent,vix ulli pepercit,ex quibus quendam in ipsa salutatione supplicio traditum statimque revocatum,cunctis clementiam laudantibus.coram interfici iussit,<velle se>dicens<pascere oculos>;alterius poenae duos filios adiecit deprecari pro patre conatos.Sed et equitem R.proclamantem,cum raperentur ad poenam:<Heres meus es>,exhibere testamenti tabulas coegit,utque legit coheredem sibi libertum eius ascriptum,iugulari cum liberto imperavit.

Propenso alla morte e all’uccisione di chiunque e per qualunque motivo,eliminò con vari espedienti nobili uomini ,compagni di scuola e coetanei suoi-con ogni allettamento quasi cooptati nella gestione del potere,-
uno anche col veleno offerto di sua mano nell’acqua fresca,che quello malato di febbre aveva chiesto;
Inoltre degli usurai e dei creditori e degli esattori,che qualche volta lo avevano insolentito per debiti a Roma o sulla strada per il tributo doganale,a malappena qualcuno ne risparmiò ,uno dei quali portato al supplizio durante la stessa udienza d’omaggio e subito liberato,mentre tutti lodavano la clemenza,comandò di ucciderlo lì di fronte,dicendo<voleva appagare gli occhi>;-aggiunse alla punizione di un altro i due figli intenti a intercedere per il padre.Inoltre costrinse ad esibire il testamento uno dell’alta borghesia romana.,che mentre lo trascinavano verso la condanna,urlò<sei mio erede>; e come lesse che l’ex schiavo di quello era coerede insieme a sé comandò di sgozzarlo con l’ex schiavo.

Quosdam et de plebe ob id ipsum,quod Venetae factioni clare male dixerant,interemit,contemptu sui et nova spe id ausos opinatus.Nullis tamen infensior quam vernaculis et mathematicis,ut quisque deferretur,inauditum capite puniebat,exacerbatus,quod post edictum suum,quo iubebat intra kal.Oct. urbe Italiaque mathematici excederent,statim libellus propositus est,<et Chaldeos dicere,bonum factum,ne Vitellius Germanicus intra eundem Calendarum diem usquam esset>Suspectus et in morte matris fuit,quasi aegrae praeberi cibum prohibuisset,vaticinante Chatta muliere,cui velut oraculo adquiescebat,ita demum firmiter ac diutissime imperaturum,si superstes parenti extitisset.Alii tradunt ipsam taedio praesentium et imminentium metu venenum a filio impetrasse,haud sane difficulter.

Alcuni anche del popolo soppresse, proprio per questo che apertamente avevano parlato male della squadra azzurra, ciò supponendo per disprezzo di lui e audaci a causa di nuove speranze.Con nessuno tuttavia più insofferente che con i guitti e i maghi,come uno ne veniva denunciato , lo mandava a morte inascoltato,adirato perché dopo il suo decreto,nel quale ordinava che i maghi uscissero dall’Italia e da Roma entro il primo Ottobre, subito fu pubblicizzato un volantino,<e dicevano i Chaldei,un buon fatto se Vitellius Germanicus non fosse più in nessun luogo per quel medesimo giorno>Anche per la morte della madre fu sospettato,quasi che avesse proibito di portare da mangiare al lei malata,predicendo una donna Chatta,alla quale credeva come a un oracolo,che avrebbe davvero sicuramente e lungamente governato,se fosse sopravvissuto alla genitrice.Altri dicono che lei stessa per fastidio del presente e paura del domani avesse chiesto il veleno al figlio,non certamente con difficoltà.

Octavo imperii mense desciverunt ab eo exercitus Moesiarum atque Pannoniae,item ex transmarinis Iudaicus et Syriaticus,ac pars in absentis pars in praesentis Vespasiani verba iurarunt.Ad retinendum ergo ceterorum hominum studium ac favorem nihil non publice privatimque nullo adhibito modo largitus est.dilectum quoque ea condicione in urbe egit,ut voluntariis non modo missionem post victoriam,sed etiam veteranorum iustaeque militiae commoda polliceretur.Urgenti deinde terra marique hoste hinc fratrem cum classe ac tironibus et gladiatorum manu opposuit,hinc bedriacenses copias et duces;atque ubique aut superatus aut proditus salutem sibi et milies sestertium a Flavio Sabino Vespasiani fratre pepigit;statimque pro gradibus Palati apud frequentes milites cedere se imperio quod intuitus recepisset professus,cunctis reclamantibus rem distulit ac nocte interposita primo diluculo sordidatus descendit ad rostra multisque cum lacrimis eadem illa,verum e libello testatus est.

Nell’ottavo mese di governo si ammutinarono da lui le armate della Moesia e della Pannonia,quindi dell’oltremare la giudaica e la siriana,e giurarono per Vespasianus parte in presenza ,parte in assenza.
A questo punto atteggiato senza ritegno a mantenere la simpatia e il favore degli uomini fu munifico in tutto, a spese private e dello stato;
anche una chiamata di leva fece in città a questa condizione ,che promise ai volontari non solo il congedo dopo la vittoria,ma anche i benefici della regolare milizia dei veterani;-avvicinandosi il nemico quindi per terra e per mare,qui contrappose il fratello con la flotta ,le reclute e un drappello di gladiatori,lì le forze bedriacensi e i generali,e ovunque superato o tradito, contrattò la salvezza per sé e cento milioni di sesterzi da Sabinus fratello di Vespasianus ;
e subito annunziò davanti alle scale del Palatius presso un gruppo di soldati , di abbandonare il potere ,che aveva preso di controvoglia;
opponendosi tutti,rimandò la decisione e passata la notte,all’alba discese vestito di nero ai Rostra e con molte lacrime confermò le stesse cose ma da una scrittura.


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