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Pagina 118

historiae 101-120

Statura fuit quadrata,compactis firmisque membris,vultu veluti nitentis;de quo quidam urbanorum non infacete,siquidem petenti,ut et in se aliquid diceret:<dicam>inquit<cum ventrem exonerare desieris>Valetudine prosperrima usus est,quamvis ad tuendam eam nihil amplius quam fauces ceteraque membra sibimet ad numerum in sphaeristerio defricaret inediamque unius diei per singulos menses interponeret.

Di statura fu squadrato,ben messo e robusto,un viso come se sotto sforzo.Riguardo a ciò,un cittadino gli disse con arguzia,poiché gli aveva chiesto di dire qualcosa anche su di lui,<ti risponderò quando avrai smesso di scaricare l’intestino>Godette di ottima salute,per quanto per conservarla nulla di più facesse che strofinarsi regolarmente il collo e le altre parti del corpo nello Sferisterio e facesse ogni mese un unico giorno di digiuno.


Ordinem vitae hunc fere tenuit.In principatu maturius semper ac de nocte vigilabat,dein perlectis epistulis officiorumque omnium breviariis,amicos admittebat,ac dum salutabatur,et calciabat ipse se et amiciebat;postque decisa quaecumque obvenissent negotia gestationi et inde quieti vacabat,accubante aliqua pallacarum quas in locum defunctae Caenidis plurimas constituerat;a secreto in balineum tricliniumque transibat.Nec ullo tempore facilior aut indulgentior traditur eaque momenta domestici ad aliquid petendum magnopere captabant.Et super cenam autem et semper alias comissimus multa ioca transigebat,erat enim dicacitatis plurimae etsi scurrilis et sordidae,ut ne praetextatis quidem verbis abstineret.

All’incirca tenne questa regola di vita.Nel governo assai mattutino sempre e si svegliava non ancora giorno,quindi esaminata la corrispondenza e i rapporti di tutti gli uffici,ammetteva gli amici e mentre era omaggiato si metteva le scarpe e si vestiva da solo,e poi deciso qualsiasi affare si fosse presentato ,si dedicava a una passeggiata e poi al riposo,giacendo con una delle amanti che al posto della morta Caenides aveva collezionato in quantità.
Dal privèe passava in bagno e nella sala da pranzo. Si dice che in nessun momento era più indulgente o benevolo e i familiari con grande premura coglievano questi istanti per chiedere qualcosa.E poi durante il pranzo e sempre in altri momenti affabilissimo terminava moltissime cose con una battuta,era infatti spiritosissimo per quanto volgare e triviale da sconfinare in un linguaggio da caserma




Consulatu suo nono temptatus in Campania motiunculis levibus protinusque urbe repetita,Cutilias ac Reatina rura,ubi aestivare quotannis solebat,petit.Hic cum super urgentem valitudinem creberrimo frigidae aquae usu etiam intestina vitiasset nec eo minus muneribus imperatoris ex consuetudine fungeretur,ut etiam legationes audiret cubans,aluo repente usque ad defectionem soluta,<imperatorem>ait<stantem mori oportere>dumque consurgit ac nititur,inter manus sublevantium extinctus est VIIII Kal.Iul.annuum agens aetatis sexagensimum ac nonum superque mensem ac diem septimum.

Nel suo nono consolato,aggredito da lievi tremori febbrili in Campania e subito ritornato a Roma se ne andò a Cutilia e nella campagna reatina,dove ogni anno era abituato passare l’estate.Qui poiché aveva guastato anche gli intestini con l’uso frequentissimo di acqua gelida , continuando la malattia,e poichè non di meno attendeva ai consueti doveri di governo ,cosicchè anche allettato acoltava gli ambasciatori ,all’improvviso sfinito per un attacco di diarrea,disse<l’ imperatore deve morire in piedi>e mentre veniva sollevato e si sforzava,tra le mani degli aiutanti spirò il 24 Giugno all’età di sessantanove anni un mese e sette giorni

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