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historiae 56-80

Inde Vitellius Cremonam flexit et spectato munere Caecinae insistere Bedriacensibus campis ac vestigia recentis victoriae lustrare oculis concupivit.Foedum atque atrox spectaculum intra quadragensimum pugnae diem lacera corpora trunci artus putres virorum equorumque formae infecta tabo humus protritis arboribus ac frugibus dira vastitas:nec minus inhumana pars viae,quam Cremonenses lauru rosaque constraverant,exstructis altaribus caesisque victimis regium in morem ,quae laeta in praesens mox perniciem ipsis fecere.Aderant Valens et Caecina monstrabantque pugnae locos;hinc inrupisse legionum agmen,hinc equites coortos inde circumfusas auxiliorum manus;iam tribuni praefectique sua quisque facta extollentes,falsa vera aut maiora vero miscebant.Volgus quoque militum clamore et gaudio deflectere via,spatia certaminum recognoscere,aggerem armorum,strues corporum intueri mirari,et erant quos varia sors rerum lacrimaeque et misericordia subiret.At non Vitellius flexit oculos nec tot milia insepultorum civium exhorruit:laetus ultro et tam propinquae sortis ignarus instaurabat sacrum dis loci.
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Quindi Vitellius piegò su Cremona e dopo aver visto lo spettacolo di Caecina agognò di indugiare sui campi bedriacensi e di rifarsi gli occhi con i segni della recente vittoria.Visione repellente e orribile nel quarantesimo giorno dalla battaglia, i corpi lacerati ,gli arti troncati,marciti i corpi umani e dei cavalli,la terra infettata,un’infernale devastazione di alberi e frutti:né meno inumana una parte della strada che i Cremonesi avevano cosparso di lauro e di rose,costruiti degli altari e uccise delle vittime secondo l’usanza dei re;e queste cose belle al momento poi divennero a loro volta disfacimento Lo accompagnavano Valens e Caecina e mostravano i luoghi della battaglia;da qui aveva attaccato la fanteria,da qui la sortita della cavalleria e quindi l’accerchiamento delle milizie ausiliari;ancora gli alti ufficiali vantandosi ognuno delle proprie gesta,mescolavano il falso il vero o delle esagerazioni.Anche il fante con clamore e allegria cambiava percorso,riconosceva i luoghi degli scontri,fissava e sbalordiva per il mucchio di armi,per la catasta di corpi ,e c’erano quelli in cui s’insinuava il mutevole destino della vita e le lacrime e la pietà.Ma Vitellius non distolse gli occhi né inorridì per le tante migliaia di cittadini non sepolti:felice e in più ignaro del prossimo destino rinnovava le preghiere alle divinità del posto.

Exin Bononiae a Fabio Valente gladiatorum spectaculum editur,advecto ex urbe cultu.Quantoque magis propinquabat,tanto corruptius iter immixtis histrionibus et spadonum gregibus et cetero Neronianae aulae ingenio;namque et Neronem ipsum Vitellius admiratione celebrabat,sectari cantantem solitus,non necessitate,qua honestissimus quisque,sed luxu et saginae mancipatus emptusque.Ut Valenti et Caecinae vacuos honoris menses aperiret,coartati aliorum consulatus,dissimulatus Marti Macri tamquam Othonianarum partium ducis;et Valerium Marinum destinatum a Galba consulem distulit,nulla offensa,sed mitem et iniuriam segniter laturum.Pedanius Costa omittitur,ingratus principi ut adversus Neronem ausus et Verginii exstimulator,sed alias protulit causas;actaeque insuper Vitellio gratiae consuetudine servitii
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Appresso a Bononia è dato da Fabius Valens uno spettacolo di gladiatori,un lusso trasportato da Roma.E quanto più si avvicinava,tanto più guastato il viaggio dall’intromissione di attori e greggi di castrati e della restante “intellighenzia” della corte neroniana;e infatti lo stesso Nero era frequentato con ammirazione da Vitellius,solito accompagnarlo quando cantava,non per obbligo,come tutti i più onesti,ma perché dallo spreco e dalla gozzoviglia corrotto e succube .Per offrire a Caecina e a Valens mesi liberi da magistrature,compressi i consolati degli altri,non considerato quello di Martus Macrus in quanto leader del partito othoniano;e rinviò quello di Valerius Marinus,console designato da Galba,per nessuna malevolenza,ma perché mite e indulgente all’affronto.Pedanius Costa è deposto,non gradito al principe in quanto audace avversario di Nero e istigatore di Verginius,ma espose altre motivazioni;-oltre a ciò riverito Vitellius per servile consuetudine.


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